I Mondiali di Cortina si aprono col Super G femminile

Non arrivano i risultati per le italiane

Lara Gut-Behrami

L’Olympia delle Tofane vede finalmente il sole e si aprono così i Mondiali di Sci Alpino, dopo giorni di rinvii a causa della nebbia che inesorabilmente imperversava sulla pista.

Neve buona e aggressiva che tradisce le italiane, mentre non crea alcun problema alla svizzera Lara Gut-Behrami che con un tempo di 1’25″51 si prende il primo posto in classifica, sorpassando anche la connazionale Corinne Suter che oggi è stata la più veloce di tutte nel tratto conclusivo. La Gut ha detto di non essere partita cercando l’oro, perché si è resa conto che “il valore di una carriera non lo misuri solo coi risultati”, ma ha dedicato la vittoria agli amici e alla famiglia che le sono stati vicino nell’ultimo periodo non troppo facile.

La sorpresa della giornata è Mikaela Shiffrin, che alla prima uscita stagionale nella velocità, con soli tre giorni di sci lunghi ai piedi, è stata la più veloce per gran parte della pista guadagnandosi la medaglia di bronzo. L’errore commesso nella zona di Rumerlo è però costato un attesissimo oro alla campionessa mondiale statunitense uscente, che si dice comunque emozionata per il risultato.

Resta a bocca asciutta l’Italia con una Sofia Goggia assente per un infortunio proprio sfortunato riportato durante la discesa dopo l’annullamento del Super G di Garmisch e quattro atlete in gara che portano a conclusione discese pulite, senza errori, ma nettamente più lente rispetto alle avversarie.

Marta Bassino scende col pettorale numero 1 lineare, fa bene nei tratti tecnici a lei più congeniali, ma finisce undicesima in classifica. Lamenta una neve troppo soffice e si augura che per il gigante di sabato venga bagnata. De Chiesa analizzando la questione del pettorale conferma la difficoltà generale di tutte le atlete di scendere per prime senza riferimenti.

Peggio Elena Curtoni e Federica Marsaglia, che chiudono rispettivamente al diciottesimo e al ventitreesimo posto. La Curtoni dopo la gara ha dichiarato: “Stavo bene, mi sentivo in forma. La pista era un po’ segnata ma non credo sia stato quello il motivo del mio risultato. La neve non era la mia preferita, io prediligo quella primaverile, più veloce, ma bisogna anche essere bravi ad adattarsi alle diverse condizioni”. Anche la Marsaglia si è detta insoddisfatta e a sua volta ha imputato qualche difficoltà ai segni sulla pista che l’hanno costretta a rinunciare alla sua solita linea diretta.

Alla neve inconsistente si aggiunge circa a metà gara una nuvola che provoca giochi di luci ed ombre, privando le atlete della percezione dei dettagli della pista e costringendole a rivedere l’impostazione della discesa.

Delude ed è delusa Federica Brignone, decima in classifica, decisamente in una giornata no, che dopo la gara azzera le supposizioni esternate martedì scorso da Paolo De Chiesa circa l’opportunità di rimandare la gara per non penalizzare le atlete con un tracciato più breve (il cancelletto sarebbe stato al Duca d’Aosta a causa della nebbia): “Per noi italiane sarebbe stato meglio gareggiare due giorni fa, con una neve più calda, più difficile, partendo più in basso. Oggi la neve era a pallini, non sentivo l’appoggio sotto ai piedi. Nessun problema di materiali, oggi era più facile, ci sarebbero state le condizioni per mollare e non sono riuscita a farlo”. La Brignone sottolinea anche la condizione psicologica difficile per l’assenza di pubblico: “Al di là del risultato, arrivare al traguardo e sentire un silenzio assoluto mi ha messo addosso una tristezza infinita”.

L’appuntamento femminile è per sabato 13 con la discesa libera programmata alle 11, sperando in condizioni meteo buone e in una neve migliore.

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