Rinviata l’inaugurazione dell’ospedale, i dubbi tormentano gli altopianesi

Il monito delle mamme: "Non giocate con la salute dei nostri figli"

Pance dell'altopiano per il nuovo ospedale

L’aggravarsi della situazione epidemiologica e il rafforzamento delle misure di prevenzione previste con l’ingresso anche del Veneto in zona rossa ha reso necessario posticipare l’inaugurazione del nuovo ospedale di Asiago, inizialmente prevista per giovedì 18 marzo.” Con queste parole l’Ulss 7 ha negli scorsi giorni rinviato l’evento tanto atteso da tutti i cittadini dell’altopiano. Una data che era comunque passata in sordina, forse per evitare grandi manifestazioni in osservanza delle norme anti-Covid.

L’Azienda ha però fatto sapere anche che tale rinvio non inciderà sui tempi di trasferimento nella nuova struttura, al quale è già stato dato corso: “La scorsa settimana è stato completato il trasferimento del magazzino dell’Economato e della Farmacia, mentre giovedì 18 marzo si trasferiranno le Unità Operative Complesse di Medicina, Recupero e Riabilitazione Funzionale e Pronto Soccorso. Sempre da giovedì 18 sarà inoltre attiva nel nuovo ospedale una diagnostica radiologica e la sala gessi“, si legge nella nota.

Per l’utenza esterna restano ancora aperte le porte del vecchio nosocomio, dove persiste il varco per il controllo nell’ambito delle misure di prevenzione del Covid.

Siamo rammaricati di aver dovuto posticipare l’inaugurazione, che faremo non appena ale condizioni lo permetteranno – ha detto il Direttore Generale dell’Ulss 7 Carlo Bramezza – ma rispettiamo l’impegno preso, con il trasferimento dei primi reparti e dei primi pazienti già da questa settimana.

Unica nota stonata in tutta la coreografia del trasferimento resta ancora una volta l’assenza totale di riferimenti ai reparti di Pediatria e di Ostetricia e Ginecologia.

Già dall’anno scorso, infatti, con la prima ondata di Covid tutta la sezione inerente la sanità neonatale aveva subìto un forte scossone, costringendo l’Azienda ad appoggiarsi alla struttura del Consultorio di Asiago, dove era stato istituito un punto di primo intervento. Ad oggi, dopo dodici mesi esatti, anniversario che ricorrerà il 20 marzo, la situazione è ancora statica e le notizie in merito scarseggiano.

Il punto nascite dell’ospedale di Asiago è ancora chiuso e non abbiamo certezze sul fatto che riaprirà“, sottolinea Ivana Baù, portavoce delle Pance dell’altopiano, il gruppo di mamme attive che una settimana fa ha diffuso sui social un toccante video per richiamare l’attenzione sul tema. “Al pronto soccorso non c’è personale specializzato; nei turni di sabato, domenica e di notte la pediatria è scoperta“, prosegue Ivana Baù, mettendo in luce ancora una volta un quadro drammatico sia per chi aspetta un bambino sia per chi ha già figli. Sembra dunque non essere più sostenibile l’obbligo di rivolgersi ad una delle strutture ospedaliere della pianura, specie dopo l’inverno appena trascorso, caratterizzato da nevicate eccezionali che hanno in più occasioni bloccato le strade.

Dallo scorso marzo sono già tre i parti avvenuti in condizioni precarie, due dei quali al pronto soccorso e uno nel soggiorno dell’abitazione della neomamma, a causa dell’assenza del punto nascite all’ospedale di Asiago; 138 invece sono i bambini nati nell’ultimo anno, purtroppo non sull’altopiano ma in uno dei nosocomi della pianura raggiunto in fretta e furia. “Le partorienti hanno appena il tempo di lasciare fratellini e sorelline dai nonni e via di corsa verso la pianura, molte volte con le contrazioni già iniziate. Sperando che non sia domenica, sperando che non ci sia traffico, sperando che non ci sia nebbia o, peggio ancora, la neve. Ma l’unica preoccupazione che vorremmo avere noi mamme in un momento così delicato dovrebbe essere quella che tutto vada bene, che i nostri piccoli nascano senza complicazioni, senza dover pensare anche alla strada da percorrere“, si ascolta nel video delle Pance dell’altopiano.

Un nodo importante, quello del punto nascite sull’altopiano, che l’Ulss dovrà dipanare nelle prossime settimane, in vista dell’inaugurazione ufficiale del nuovo ospedale.

 

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