Pochi i progetti regionali accolti esplicitamente nel PNRR

Il 26 aprile scorso il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha presentato alle Camere il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), motivo primo -almeno sul piano argomentativo politico- partitico- della sua venuta a Palazzo Chigi.
Sono quindi stati individuati e scelti i progetti oggetti dei fondi derivanti dal Next Generation EU (NGEU) o Recovery Plan (per dirla all’italiana), e se già abbiamo visto i progetti sulla Cultura, qui andremo a scorrere “gli altri” progetti specificamente individuati.
Purtroppo, ma forse correttamente, il PNRR non individua moltissimi progetti, fornendo invece un piano chiaro delle linee guida e degli orizzonti di azione entro cui si dovranno sì conseguentemente muovere i percorsi di finanziamento europeo e, a sua integrazione, italiano.

Trovare i dettagli del Fondo Complementare non è ancora semplice, se non affidandosi alle indicazioni verbali espresse. Quanto al PNRR, le risorse sono sì indicate, ma più per capitoli di spesa che per singoli interventi sul territorio.
Ciò nonostante sono comunque rintracciabili alcuni interventi, magari ad ampio raggio, mirati nel territorio del Veneto e di questi si vuole dare conto, in carrellata.

Scorrendo il Piano Nazionale, è in ambito di riorganizzazione del personale in forza al settore della Giustizia che troviamo citato per la prima volta esplicitamente il Veneto. Nell’ambito della Missione 1 – Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura, “Investimento 3.2: Rafforzamento dell’ufficio del processo per la Giustizia amministrativa” (pag.133) sono previste assunzioni di funzionari giudiziari (250) e assistenti informatici (90), da destinarsi in varie strutture in tutta Italia tra cui anche il TAR del Veneto, al fine di garantire il corretto assorbimento del maggior carico di lavoro e della maggiore produttività attesa (il TAR del Veneto registra numeri preoccupanti di arretrato) ed il supporto alla transizione digitale.

Parrebbe forzato voler per forza ricondurre questa scelta nazionale ad uno dei progetti indicati nel documento della Regione Veneto come contributo al PNRR, quindi sarebbe improprio indicarne anche solo in senso lato alcuni (forse i numeri 87 e 132, ma solo per analogia nella filosofia che li muove, assai meno per oggetto del progetto).

Arrivando a metà del documento (pg.180-181), per la Missione 2 – Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica, “Investimento 3.3: Sperimentazione i dell’ idrogeno per il trasporto stradale” non potevano certamente mancare l’asse autostradale Ovest-Est da Torino a Trieste e il Corridoio Green e Digital del Brennero, entrambi almeno in parte ricadenti nel territorio veneto. Sappiamo tutti che sebbene non si possa, soprattutto in italia, fare a meno del trasporto tramite autocarri a lungo raggio, il cosidetto “trasporto su gomma”, questo è uno dei segmenti più inquinanti nel settore dei trasporti: è responsabile per circa il 5-10% delle emissioni di anidride carbonica (CO2, maggior responsabile dell’effetto serra) complessive. Obiettivo di questo investimento è realizzare stazioni di rifornimento a base di idrogeno (40) e implementare i progetti di sperimentazione delle linee a idrogeno, dando priorità alle aree strategiche per i trasporti stradali pesanti quali le zone prossime a terminal interni e le rotte più densamente attraversate da camion a lungo raggio, appunto i due corridoi che attraversano anche il Veneto.

Nei successivi Interventi (pgg. 182-184) non si riscontrano riferimenti specifici a località del Veneto, ma si trova pieno riscontro tra quanto proposto dal documento regionale e quanto annunciato nel PNRR, in particolare ove questi tratta i temi seguenti. Il rafforzamento della mobilità ciclistica, corrispondente a grandi linee ai progetti nn. 14a e 14b del documento regionale, già trattati all’interno degli interventi per la Cultura, e più propriamente al progetto n. 59 per il completamento della rete ciclabile regionale. Quando parla di trasporto rapido di massa in particolare la funivia vi è corrispondenza coi progetti nn. 35 e 36 del documento regionale. Ove tratta di sviluppo infrastrutture di ricarica elettrica, par poter inquadrarsi entro l’idea delle “smart roads” proposta al progetto n. 63 del documento regionale. Infine nell’investimento per il rinnovo flotte bus e treni verdi paiono rinvenirsi le istanze dei progetti n. 51 sul sistema integrato di trasporto metropolitano veneto, n. 55 sull’ammodernamento del parco mezzi su gomma del trasporto pubblico locale portando lo standard minimo della flotta a mezzi Euro 6, e n. 58 sull’ammodernamento del parco mezzi ferroviario, arrivando a locomotori a tecnologia elettrica e progredendo alla propulsione alternativa.

Ancora, nel quadro degli interventi aventi ad oggetto il trasporto su ferro, nella Missione 3 – Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile (pgg.211-214) si parla di sviluppo dell’alta velocità/capacità e alla velocizzazione della rete ferroviaria per passeggeri e merci; completamento dei corridoi ferroviari TEN-T; completamento delle tratte di valico; potenziamento dei nodi, delle direttrici ferroviarie e delle reti regionali, e si citano esplicitamente (come non si potrebbe), tra gli altri, le tratte ferroviarie Milano-Venezia, e Verona-Brennero, toccando nuovamente almeno alcuni dei progetti già citati del documento regionale.

Quanto alle Missioni 4 – Istruzione e Ricerca, 5 – Inclusione e Coesione, 6 – Salute del PNRR si possono certo registrare corrispondenze tra gli Investimenti nazionali e le proposte della Regione Veneto, ma, date le materie oggeto di intervento, sia è ben corretto l’approccio generalista del PNRR che si rifà più a filoni di investimento che a singoli specifici interventi, sia appunto altrettanto bene fa il documento regionale a indicare verso dove vorrebbe quei fondi venissero indirizzati. Si confida i successivi atti attuativi del riparto dei fondi possano fornire indicazioni più precise in questi ambiti così importanti per la nostra vita quotidiana: scuola e università, mondo del lavoro, welfare, famiglia, ospedali e salute di prossimità.

Si registra quindi, pur nella comprensibile e appropriata, per ora, generalità del quadro degli interventi delineati nel PNRR, una non scarsa presenza di primi riferimenti generici o impliciti anche al territorio del Veneto. Resta quindi da attendere, fiduciosi, l’esplicitazione di luoghi e operazioni oggetto di intervento e consistenza finanziaria specifica di ciascun intervento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Siamo presenti anche su TELEGRAM, iscriviti al nostro gruppo per rimanere aggiornato e ricevere contenuti in esclusiva: https://t.me/settecomunionline