Strategia Aree Interne – Prima parte: SANITÀ

Strategia Aree Interne

Ha inizio il ciclo di approfondimenti di 7 Comuni Online riguardante il Progetto Aree Interne e i contributi ottenuti dall’Unione Montana per l’altopiano di Asiago Sette Comuni. Ogni settimana verrà trattato uno degli ambiti operativi della Strategia Nazionale Aree Interne, ovvero quella politica nazionale di sviluppo e coesione territoriale che mira a contrastare la marginalizzazione e i fenomeni di declino demografico propri di quelle zone caratterizzate da importanti svantaggi di natura geografica o demografica, che in Italia rappresentano il 60% del territorio nazionale.

Sanità – Ulss 7

Strategia Aree Interne - Sanità Ulss 7Come è noto, le aree interne sono caratterizzate da un alto tasso di patologie croniche e ospedalizzazione, situazioni di disagio e solitudine, un indice di vecchiaia elevato; da qui, nasce l’esigenza di ripensare i modelli di assistenza, rendendoli maggiormente accessibili a chi più ne ha bisogno. È in quest’ottica che si punta dunque al potenziamento dei servizi di prossimità, investendo sulle forze già in campo: medici di base e farmacie.
Uno dei temi fondamentali della strategia Aree Interne è infatti senza dubbio la sanità che, a seconda dei servizi offerti alla cittadinanza, determina lo stato di vivibilità di un territorio. Per quanto riguarda l’altopiano, sono stati previsti 636.700 euro per un nuovo modello di assistenza sanitaria.

Proprio per andare incontro alle esigenze dei cittadini con fragilità, sono stati previsti interventi per il sostegno ai servizi di assistenza sanitaria territoriale e per il potenziamento dell’attività ambulatoriale per la presa in carico dei pazienti fragili. In questo senso, già nel corso del 2020 gli ambulatori dei medici di famiglia sono stati dotati di attrezzature e tecnologie informatiche che hanno permesso di attivare l’attività diagnostica di primo livello (ECG, spirometria, ecc), con l’obiettivo di ridurre l’ospedalizzazione degli anziani.
Per l’erogazione delle prestazioni, negli ambulatori è stata prevista la presenza un paio di volte alla settimana di un infermiere professionale e di uno psicologo, per il supporto nella gestione delle malattie croniche e dei casi di depressione e solitudine.

Il servizio, per il quale sono stati stanziati 556.700 euro, è stato avviato a regime il primo luglio del 2020, con cinque mesi di ritardo rispetto al programma a causa del Covid, e si concluderà il 30 giugno 2023, garantendo così l’erogazione delle prestazioni alla popolazione target per trentasei mesi.
Altri 30mila euro sono stati stanziati per l’acquisto delle attrezzature informatiche necessarie per la telerefertazione e la telemedicina.

Con riferimento alla fine dello scorso anno, il monitoraggio del progetto, previsto dalla Strategia Aree Interne, ha evidenziato l’adesione di gran parte della popolazione target, specie in occasione della campagna vaccinale per l’influenza e durante la pandemia è stato possibile erogare negli ambulatori le prestazioni non disponibili in ospedale a causa del Covid.
Tra il 2021 e il 2022 verrà implementato e avviato il Sistema Informativo Ospedaliero regionale che prevede la gestione delle agende, delle prenotazioni e dei ticket.

Un ulteriore servizio per i cittadini è stato messo in campo trovando appoggio nelle farmacie dell’altopiano per la riconciliazione terapeutica dopo la dimissione. Si tratta di un progetto dedicato in particolare agli over 65 con caratteristiche particolari di fragilità e/o in politerapia o che assumono farmaci ad elevato rischio di tossicità.
Con l’attività di ricognizione terapeutica, per la quale sono stati stanziati 50mila euro, le farmacie del territorio si fanno parte attiva nell’aiutare gli assistiti in difficoltà e assumono il ruolo di luoghi ove viene garantito dopo le dimissioni dalla struttura ospedaliera un supporto nella comprensione delle terapie farmacologiche prescritte o modificate in sede di ricovero. Grazie all’attività delle farmacie viene garantita anche una maggiore adesione alle terapie e si rende possibile la verifica di possibili interazioni pericolose tra i farmaci in terapia, compresi quelli di automedicazione.

Una prima fase del progetto, svolta tra settembre e ottobre del 2019, ha previsto il coinvolgimento dei medici ospedalieri e dei medici di medicina generale con lo scopo di strutturare il percorso per l’attuazione della riconciliazione farmacologica. Alla fine di novembre del 2019 sono stati coinvolti in un incontro formativo tutti gli operatori e gli specialisti del settore per condividere i contenuti del progetto e le modalità di attuazione, predisponendo anche la documentazione informativa di cui dotare i pazienti al momento della dimissione dall’ospedale. All’iniziativa hanno aderito tutte le farmacie dell’altopiano, tranne una che si è ritirata in un momento successivo, tutti i medici di base e gli specialisti delle unità operative coinvolte.

La fase operativa ha avuto inizio già a novembre del 2019, con termine fissato al 31 ottobre 2022 e prevede che il paziente dimesso, così come i suoi familiari caregiver, si rechino in farmacia per ricevere le delucidazioni e i consigli necessari riguardo alle terapie prescritte.

Purtroppo il progetto relativo alle farmacie di servizi ha subito un arresto proprio nella sua fase di avvio a causa della pandemia che ha colpito in maniera particolare l’ospedale di Asiago, causando un ridotto accesso di ricoveri ordinari per i pazienti target. Un’ulteriore criticità è emersa inoltre nella fase informativa sulle terapie, in quanto gli accessi contingentati non consentono un tempo di permanenza sufficiente all’interno della farmacia. Nonostante le criticità provocate dal Covid, è stato chiesto ai farmacisti di provvedere autonomamente a proseguire questa importante attività di informazione dei pazienti, esponendo anche locandine esplicative del progetto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Siamo presenti anche su TELEGRAM, iscriviti al nostro gruppo per rimanere aggiornato e ricevere contenuti in esclusiva: https://t.me/settecomunionline