Patrimonio: “Restituire la giurisdizione ai Comuni legittimi amministratori”

Lunardi propone una modifica della gestione dei territori dell'ex Spettabile Reggenza

Censuario di Asiago

Restituire il potere giurisdizionale sui territori spartiti nel 1926 ai Comuni che ne ottennero la gestione con la storica spartizione dei beni della Spettabile Reggenza dei Sette Comuni. Questa è la proposta avanzata venerdì sera, durante il consiglio dell’Unione Montana, dal vicesindaco di Gallio e consigliere dell’ente Denis Lunardi.

Un po’ di storia

L’altopiano un tempo era suddiviso in sette circoscrizioni che, fino all’avvento di Napoleone nel 1807, erano organizzate nella federazione denominata Spettabile Reggenza dei Sette Comuni. La maggior parte del territorio era di proprietà collettiva, ossia degli antichi abitanti, e soggetta a regolamento degli usi civici. Tale usanza di gestire il territorio attraverso la collettività trae origine dal diritto germanico e nasce con la fondazione della Federazione dei Sette Comuni. I beni della Reggenza erano gestiti dalla Reggenza stessa ma dopo la sua soppressione, nel 1807, furono confiscati dallo Stato. Pochi anni più tardi, nel 1815, sotto il dominio austriaco, i beni furono restituiti agli antichi proprietari con il nome di Beni del Consorzio dei Sette Comuni ed erano amministrati da un funzionario del Regno Lombardo-Veneto. Nel 1861 i beni tornarono di nuovo in gestione all’amministrazione locale.

Fu solo nel 1926 che i Comuni si accordarono per una spartizione del territorio collettivo, alla quale si opposero Asiago e Lusiana. È dovuto a questa spartizione il fatto che tutta la parte settentrionale dell’altopiano ricada nel censuario di Asiago, nonostante la sua amministrazione sia di competenza, in base alle zone, di tutti i sette comuni.

La proposta

Nasce quindi da fondamenti storici la proposta del consigliere Denis Lunardi di modificare il tipo di amministrazione attuale in base al quale i Comuni devono subordinare qualsiasi tipo di intervento sui propri territori alla volontà decisionale del Comune di Asiago.

La leggenda dei Sette cari fratelli sembra ormai una storia da dimenticare: a causa dei continui contrasti tra i Comuni e del raddoppiamento della burocrazia necessaria per gli interventi, qualora proseguisse una simile gestione dei confini circoscrizionali potrebbero penalizzare quello che di fatto è il patrimonio collettivo degli altopianesi.

Si tratta di una questione che avevamo già considerato – spiega il consigliere Lunardima finché è stato il Sindaco dello stesso comune che amministro a reggere la presidenza dell’Unione Montana non mi è sembrato il caso di calcare la mano per evitare che si parlasse di favoritismi. Adesso credo sia il momento adatto per parlarne e per questo ho presentato la problematica in Consiglio, per ora solo verbalmente.

Una problematica che non riguarda solo la gestione del territorio, ma che qualora fosse risolta comporterebbe un grande vantaggio in termini di contributi economici per l’altopiano nell’ambito delle attività di sostegno alla marginalità territoriale. Ad oggi, nell’area dell’altopiano i comuni confinanti definiti di prima fascia, cioè a diretto contatto con la provincia autonoma di Trento, sono Asiago, Enego e Rotzo. I Fondi Comuni Confinanti prevedono ad ogni tornata un contributo di 500mila euro all’anno per tre anni da destinare ai comuni confinanti di prima fascia. Qualora si procedesse alla modifica proposta da Lunardi, anche gli altri quattro Comuni dell’altopiano potrebbero approfittare di questo importante contributo utile per lo sviluppo del territorio. “Credo che un comune capoluogo del territorio dovrebbe essere d’accordo con questa modifica soprattutto per i fondi di confine – commenta Ivo Boscardin, sindaco di EnegoEsistono già altri esempi in Italia di territori scorporati in due zone distanti l’una dall’altra, per Asiago non cambierebbe niente né in termini di benefici perché resterebbe un comune confinante di prima fascia né in termini di visibilità. Sarebbe anzi un segno di unione dell’altopiano.

Proprio di questa tematica hanno discusso gli amministratori venerdì in Consiglio, in considerazione anche dell’importante cifra che potrebbe intercettare l’altopiano se tutti i sette comuni fossero di prima fascia: 6 milioni a tornata. “Siamo stupiti dal disinteresse mostrato dal Sindaco Magnabosco che ha scelto di non ascoltare l’intervento del consigliere Lunardi lasciando l’aula. Il Comune di Roana potrebbe guadagnare un milione e mezzo di contributi in tre anni per diritto“, commentano i consiglieri della lista di opposizione Insieme per Roana.

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