Il personaggio: Attilio Lombardo

Attilio Lombardo

Ospite della serata a lui dedicata lunedì sera all’auditorium di Gallio, l’assistente allenatore di Roberto Mancini, CT della nazionale di calcio italiana, Attilio Lombardo ha rivissuto e fatto rivivere al pubblico mille emozioni appartenenti alla sua carriera da calciatore e alla storia recente della nazionale azzurra.

Attilio LombardoSolo un mese fa tifavamo tutti per una squadra che aveva dimostrato di promettere bene già dal suo esordio in campionato, un Europeo che ci ha fatto sognare fino alla finale, seguita col groppo in gola per la felicità. Merito dei giocatori che ci hanno messo le gambe, il fiato e la testa, ma tanto merito anche di chi segue la squadra da bordo campo, soffrendo ed esultando con la stessa intensità dei ragazzi che preparano: l’allenatore e il suo staff.

Avere Attilio Lombardo a un passo farebbe venire voglia, Covid permettendo, di abbracciarlo per ringraziare tutta la nazionale per la favola che ci ha fatto vivere riportando a casa una splendida coppa dopo ben 53 anni di assenza. Invece ci siamo limitati a fargli qualche domanda.

Attilio, qual è il tuo rapporto con l’altopiano?

Ho un rapporto da tanti anni con l’altopiano: avevo sposato una donna il cui papà era di Gallio, poi abbiamo divorziato ma ho mantenuto le amicizie e l’amore per questo posto, anche se vivo lontano da qui, a Genova. Però quando ho tempo e la possibilità di venire, lo faccio volentieri.

È stato meglio lo scudetto vinto con la Sampdoria o l’Europeo conquistato con la nazionale?

L’Europeo è più fresco ed è bello, però sono due cose diverse. Lo scudetto della Sampdoria è stato il primo, forse sarà l’unico, e l’ho vissuto con addosso scarpe, pantaloncini e maglietta; questo l’ho vissuto sì con scarpe e maglietta, non più da giocatore ma come assistente. Sono comunque due cose che danno straordinariamente una grandissima emozione. Questo campionato europeo sono 53 anni che la nazione lo aspettava e averlo vinto dopo quasi tre anni da quando siamo alle dipendenze della federazione è stato qualcosa di veramente incredibile.

Com’è essere l’assistente di Mancini?

Conoscendoci dall’89 ed essendo anche amici, non dico che posso fare quello che voglio, ma c’è sicuramente molta libertà di decisione e discussione.

Cosa ti avrebbe detto Boškov se fosse ancora vivo?

Sinceramente non lo so, ma probabilmente lui sarebbe già con la testa al prossimo obiettivo: il mondiale.

Appunto, il mondiale. Lo vinciamo?

Mah! Noi partiamo come siamo partiti per vincere l’Europeo, non ci tiriamo sicuramente indietro e avremo modo di migliorare ancora qualcosina in questo anno e mezzo. Vorremmo regalare anche questo obiettivo anche se sarà difficile, perché i mondiali sono i mondiali.

Attilio Lombardo

 

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