Melette: Munari spara a zero su Pino Rossi e Giorgio Tagliaro

Minoranza: "Dichiarazioni farneticanti". Tagliaro: "Atteggiamento divisivo"

Come spesso accade, anche l’elezione del nuovo consiglio di amministrazione della società che gestisce la ski area Melette si è portata appresso una valanga di polemiche. Ad avviare il botta e risposta è stato proprio il sindaco di Gallio, Emanuele Munari, che già nella serata di giovedì ha pubblicato sul suo profilo Facebook un video nel quale rivolge pubblicamente precise e pesanti accuse all’ex primo cittadino Pino Rossi e al referente della Lega Nord per parte dell’Altopiano Giorgio Tagliaro. Non solo, Munari allarga il tiro prendendo di mira anche “qualche amministratore compiacente a loro vicino”. Secondo Munari, a molti dei presenti sarebbe saltato all’occhio quello che dice essere stato un tentativo di manipolazione ad opera dei soggetti protagonisti delle sue accuse, volto a politicizzare il rinnovo del consiglio di amministrazione della società che gestisce le Melette e a tentare di mettere le mani sul comprensorio sciistico.

Un vile attacco – ha commentato un Munari infuriato – alla persona di Andrea Rigoni, presidente della ski area Melette nonché presidente della nota azienda Rigoni di Asiago. Una persona che ha scelto insieme a noi di farsi carico di questa società, di metterci la faccia personalmente e anche finanziariamente con le proprie risorse e fideiussioni. Un attacco a questa persona equivale ad un vile attacco ai lavoratori, a tutti i soci delle Melette e al tessuto economico di Gallio e dell’Altopiano. Ricordo a queste persone che entrare nel consiglio di amministrazione di una società non è come giocare a Monopoli con i soldi falsi: ci vuole competenza, esperienza, visione, che fortunatamente questo CdA incarna.”

Munari ha anche apostrofato gli stessi soggetti parlando di “certi trogloditi” ai quali “non possiamo permettere di far saltare in aria un progetto così ambizioso che riguarda il presente e il futuro economico e turistico di Gallio e dell’Altopiano”.

L’offensiva del primo cittadino si è poi conclusa con queste parole: “Adesso che il CdA è partito, torniamo a fare le nostre cose. Chi, come me, a lavorare in giù presso la mia azienda, chi in Alto Adige, chi invece nei boschi di Gallio e dell’Altopiano a tagliare pini e faggi”.

La minoranza di Gallio: “Munari ha perso la testa”

Non si è fatta attendere la replica del gruppo di minoranza Noi di Gallio, da tempo apertamente impegnato in una decisa opposizione all’operato del sindaco Munari.

“La Ski Area Altopiano SpA è amministrata attualmente da Andrea Rigoni come Amministratore Unico. Essendo questa società la parte esecutiva, e dunque molto importante per la gestione delle Melette Srl, noi pensiamo che possano essere allargati gli incarichi a persone competenti e di sicuro valore, tra le quali ci sono sicuramente Giulia Gianesini e anche il dottor Mario Timpano. Ciò che, francamente, come minoranza non riusciamo a capire è come il Sindaco tanto si sia inalberato per gli esiti dell’assemblea invece di preoccuparsi che il comprensorio abbia tutte le carte in regola per essere pienamente competitivo sul mercato”, ha commentato la minoranza in una nota.

Ci dissociamo totalmente dal voler politicizzare l’azione di una società di capitali a cui tanti cittadini di Gallio, non senza sforzi e fatica, hanno dato il loro contributo in ragione di un interesse collettivo e dunque la stessa deve esser diretta e gestita, come tutte le società per azioni del mondo, al di fuori della politica.”
“Noi come minoranza siamo stati completamente all’oscuro delle vicende relative
all’assemblea della società, anzi abbiamo incaricato un avvocato per capire se possono
essere stati lesi i nostri diritti e la nostra immagine. Noi lavoriamo per il bene del paese. Auspichiamo inizi a farlo anche l’Amministrazione, viste le numerose criticità presenti, tra
le quali quella delle Melette rappresenta la sfida più importante”, ha concluso la minoranza, un tempo guidata da Pino Rossi. 

La replica di Giorgio Tagliaro

Stavolta non ha mantenuto il silenzio nemmeno Giorgio Tagliaro, socio azionista delle Melette e tra i candidati per il nuovo CdA, che ha ritenuto doveroso replicare alle accuse mosse nei suoi confronti.

Rimango basito che un sindaco utilizzi i propri canali e la sua posizione per giudicare dei privati cittadini che partecipano democraticamente alla vita economica per trattare aspetti inerenti alla gestione aziendale di una società – ha esordito – Trovo alquanto indegne ed ipocrite anche le sue affermazioni riguardanti il “vile attacco alla persona del Presidente nonché titolare di una nota azienda”, dal momento in cui esso è stato da me e da tutti i soci che rappresentavo con delega, votato pubblicamente! Così come dalla maggioranza degli azionisti presenti con circa l’80% dei voti a favore del Presidente.”

“Durante l’Assemblea non c’è stato nessun attacco, tutto è verbalizzato così come le preferenze di voto sono palesi, essendo una Spa. Per queste motivazioni ritengo le dichiarazioni del sindaco Munari completamente fuori luogo, errate e offensive e quanto affermo può essere verificato da qualsiasi azionista.

Sono molto dispiaciuto – ha aggiunto Tagliaro – del fatto che Munari utilizzi qualsiasi situazione gli capiti sotto mano per strumentalizzarla a proprio piacimento, rilanciando sui social video dove viene diffusa l’idea distorta di dinamiche private che non rappresentano la verità. Questo atteggiamento risulta estremamente divisivo per la comunità che rappresenta, ancor di più quando utilizza il nome del Presidente del Cda a proprio uso e consumo creando anche un inevitabile danno d’immagine all’Altopiano e alla società stessa.”

Giorgio Tagliaro rincara infine la dose, biasimando quello che definisce un atteggiamento da maestrino: “Vorrei poi far presente a Munari che ogni lavoro e ogni professione ha la propria dignità – gli stessi che il sindaco ha definito “trogloditi” – e che non spetta certo a lui né giudicare né fare il maestrino. Si limiti a fare l’amministratore, sarebbe già tanto”.

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