Le ACLI di Vicenza aps esprimono preoccupazione per l’invasione russa dell’Ucraina

Le ACLI di Vicenza aps esprimono la loro preoccupazione ed una condanna ferma e decisa per l’invasione russa dell’Ucraina e per le conseguenze che tale atto sta causando a civili inermi ed alle istituzioni democratiche pubbliche e private del Paese.

Sebbene siano stati attivati sforzi diplomatici intensi in queste ultime settimane, al fine di prevenire l’attacco militare – commenta il presidente provinciale delle ACLI di Vicenza aps, Carlo Cavedonil presidente russo Putin ha scelto la via dei muscoli e della forza per imporre un suo preciso scopo geopolitico: una pseudo restaurazione dell’Urss. La scusa di andare in soccorso delle repubbliche in maggioranza filorusse del Donetsk e Luhansk nel Donbass è stata fin da subito poco credibile, visto l’immenso numero di truppe schierate da mesi al confine con l’Ucraina: l’intento era ben diverso ed in queste ore ne abbiamo la prova. La storia stessa, con l’annessione, di fatto, dei territori di Abkhazia, Ossezia e Transnistria georgiani e più recentemente della Crimea, dimostra come la strategia fagocitante voluta da Putin verso le ex repubbliche sovietiche sia in atto da più di 20 anni”.

Il punto di vista delle ACLI di Vicenza aps è chiaro: “La Nato ha delle colpe, sia con il precedente storico dell’intervento in Serbia e del bombardamento di Belgrado, che con la possibile adesione dell’Ucraina all’Alleanza Atlantica, visto che era ben noto come tale adesione avrebbe aumentato il sentore di minaccia ed accerchiamento per la Russia. L’Europa stessa, da questa situazione, dovrà trarne le dovute conclusioni e fare un passo decisivo verso la costituzione di una difesa comune strutturata: poggiare le proprie necessità di difesa solamente sull’intervento americano non è più sufficiente”.

Il contesto europeo è preoccupante. “Non possiamo non evidenziare – sottolinea il presidente Cavedon – come sia stato a tratti deprimente vedere diversi leaders europei andare a trattare con Putin, anziché avere un unico interlocutore europeo che chiarisse le posizioni dell’Ue: solamente un’Europa più unita e che parli con un’unica voce potrà essere credibile e salvaguardare le libertà acquisite dal dopoguerra ad oggi. Quanto sta succedendo in queste ore evidenzia la fragilità di alcuni Stati europei, in particolare dell’Italia, sul versante energetico: urge un piano strategico che ci permetta di sganciarci dal cappio del gas russo”.

Le ACLI di Vicenza aps aderiranno alla giornata di digiuno per la pace promossa per il prossimo 2 marzo da Papa Francesco, con la speranza, seppur tenue, che l’attacco russo ora in atto si esaurisca rapidamente e con il minor numero di vittime possibile: il rischio di una guerra civile nel cuore dell’Europa è un rischio molto elevato che avrà ripercussioni su tutti noi.

“Le risoluzioni dei conflitti internazionali basati sull’uso delle armi – conclude il presidente Cavedon – non portano mai a soluzioni giuste, stabili e costruttive: la storia ce lo insegna”.

C. stampa ACLI

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