Coldiretti Vicenza: i costi di produzione superano i ricavi. Rischio chiusura per 1 stalla su 10

Nel Vicentino in pericolo un patrimonio caseario d’eccellenza

Situazione critica per le stalle da latte, dove almeno un allevamento su dieci è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività anche per effetto dell’aumento medio del 56% dei costi correnti di produzione, che non vengono coperti dai ricavi.

La situazione interessa direttamente il Veneto, con in testa la provincia di Vicenza, dove, con 10 milioni di quintali di latte, si produce un patrimonio caseario di eccellenza per un valore della filiera pari a 500 milioni di euro. Il 60% del latte munto da circa 3000 imprese zootecniche, infatti, è impiegato per le pezze blasonate: per il Grana Padano si usano più di 4 milioni di quintali di latte, per l’Asiago quasi 2 milioni, altrettanto significativa è la quantità per il Montasio, il Piave, il Provolone Val Padana. Chiudono la classifica il Monte Veronese e la Casatella Trevigiana. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti per la giornata mondiale del latte voluta dalla Fao che si celebra in tutto il Pianeta per ricordare le proprietà di un alimento indispensabile per la salute.

Con lo tsunami determinato dall’effetto congiunto dell’aumento dei costi energetici e dei mangimi, il settore dei bovini da latte in Italia – commenta Coldiretti Vicenza – si confronta con pesanti criticità secondo il Crea”.

Un rischio per l’economia, l’occupazione e l’ambiente, ma anche per l’approvvigionamento alimentare del Paese, in un settore in cui l’Italia è dipendente dall’estero per il 16% del proprio fabbisogno. “A rischio c’è un sistema composto da 26mila stalle da latte italiane sopravvissute – sostiene il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – che garantiscono una produzione di 12 milioni di tonnellate all’anno, che alimenta una filiera lattiero-casearia nazionale che esprime un valore di oltre 16 miliardi di euro ed occupa oltre 100.000 persone con una ricaduta positiva in termini di reddito e coesione sociale. La stabilità della rete zootecnica italiana ha un’importanza che non riguarda solo l’economia nazionale, ma ha una rilevanza sociale e ambientale, perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate”.

C.stampa Coldiretti

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