Il Centro Fondo Asiago, una scommessa tra sogno e realtà

Centro Fondo Asiago
Qualche anno fa, complici una serie annate avare di neve e le poco rallegranti previsioni di riscaldamento globale, la vita del Centro Fondo Asiago sembrava giunta al capolinea. “A 1000 metri non si scierà più”, tuonavano i tanti scienziati veri e gli altrettanti improvvisati. Il caso vuole che un gruppo di giovani appassionati allo sci di fondo, noncurante delle previsioni nefaste, si sia trovato al posto giusto nel momento giusto e, nell’ottica di realizzare un punto di forza per il paese e per i tanti amanti di questo sport, abbia scelto di prendere in mano la situazione. Mettendo in campo tutte le proprie energie, e l’incoscienza necessarie per le grandi avventure, e unendole alla preziosa esperienza dei soci fondatori che ancora ci credevano, questo nuove cuore pulsante è stato in grado di riportare agli antichi fasti il glorioso Centro Fondo Asiago.
“È stato un percorso molto tortuoso – commenta Loris Rigoni, che ricorda le difficoltà dell’esordio – Nei primi due anni, dal 2018 al 2020, è stato necessario ricorrere all’innevamento artificiale, dato che sull’altopiano non si era visto neanche un fiocco di neve. Sono stati molti i fondisti, sia agonisti che amatori, grati per l’opportunità offerta di prepararsi per le gare della stagione o anche solo per tenersi in forma sul circuito di 1,8 chilometri preparato interamente su neve artificiale. Il Centro Fondo Asiago era infatti l’unico posto in tutti i sette comuni dove si potesse praticare questa disciplina.”
Poi, quando sembrava che la macchina dovesse finalmente stabilizzarsi sui diecimila piedi, come per ogni progetto che funzioni, è arrivata l’ombra nera del Covid a spazzare via dal mondo intero tutte le certezze, le speranze e la vita per come l’avevamo conosciuta fino a quel momento. Ma quella spessa coltre di nubi ha portato con sé anche una parziale rivincita di questo sport di fatica: “Lo sport dei mussi, dice qualcuno, mentre noi sentendo il nome di questa disciplina viaggiamo con la mente su saliscendi innevati, pieni di brillantini che sembrano gli occhi lucenti di una bella donna, baciati dal sole e pervasi da un senso di libertà indescrivibile”, sogna ad occhi aperti Rigoni.
Come per una colossale beffa del destino, durante il lockdown mondiale arriva tanta, tantissima neve. E i ragazzi del Centro Fondo Asiago non si lasciano sfuggire l’occasione, arrivando a battere di nuovo la pista della Fratta e quella del Loemle/Kaberlaba che chiude l’anello tornando in Langabisa e giù per il Torle. “Per lo sci di fondo è stato un inverno incredibile, a differenza di tutti gli altri sport di squadra e praticati al chiuso. Dispiace per loro, tanto, – si rammarica il gestore – ma in questa maniera moltissimi sportivi hanno potuto riscoprire il fascino di tirare il passo sui binari, all’aria aperta, senza dover fare lunghe file per prendere un impianto di risalita, e soprattutto il tanto sudore che, una volta arrivati a sera, si sarà asciugato lasciando il posto al pensiero di quanto sia bello tornare alle nostre radici, alla semplicità di uno sport umile a contatto con la natura, lo sport dei nostri padri.”
Dopo le soddisfazioni raccolte durante quella fortunata stagione, il lavoro del gruppo di visionari è proseguito con un progetto di importante rinnovamento del noleggio, aggiornando sempre più la qualità e la quantità dell’offerta dell’attrezzatura a disposizione degli avventori. “I sogni che abbiamo nel cassetto sono sempre tanti e un giorno o l’altro li avvereremo. Nel frattempo arriva l’inverno 2021-22 – ricorda ancora con emozione Loris Rigoni – e la speranza di bissare la stagione precedente quanto a neve è davvero tanta. I 40 centimetri caduti l’8 di dicembre sono uno spettacolo, il centro fondo riparte alla grande, il morale è molto alto. Verso Natale però le temperature si alzano e il 5 di gennaio piove forte, una precipitazione che fortunatamente termina con 10 centimetri di neve fresca e tanto freddo. Un regalo piuttosto apprezzato per il giorno della Befana! I battipista partono alle 5 di mattina per far trovare le piste pronte ai numerosi amici fondisti che bramavano il momento del contatto con la neve, come cervi scalpitanti nella stagione degli amori. Dopo le feste natalizie le temperature si alzano nuovamente e serve un grande lavoro di innevamento artificiale per consentire agli sciatori di continuare a usufruire delle piste. Grazie al paziente lavoro con le turbine, prendendo neve da ogni dove, riusciamo a ridare fiato a una stagione che si stava spegnendo. L’arrivo a sorpresa poi di 20 centimetri di fiocchi bianchi e le temperature ancora in discesa permettono di concludere in bellezza l’inverno, regalandoci lo slancio necessario per dare forma a nuovi progetti.”
Appartiene alla scorsa estate infatti l’inizio dei lavori per la realizzazione di un nuovo laghetto che, insieme al lifting di quello esistente e al potenziamento del sistema di innevamento, dovrebbe permettere la preparazione di un tracciato soddisfacente anche in assenza di precipitazioni nevose. In attesa del completamento di questi interventi, inizia un nuovo inverno, quello attualmente in corso, con aspettative precarie e tante incognite che lasciano il fiato sospeso a lungo: “L’autunno prometteva bene, bello freddo. Inizia a brosemare, dai che el terén se ingiassa… Situazione fondamentale per far sì che la neve che arriverà riesca a creare una buona base duratura per le piste. Purtroppo l’inverno sembra farsi desiderare, con le temperature sopra la norma sparisce la brosema, addirittura sui meravigliosi campi da golf, sotto il sole, l’erba torna a crescere verdissima. In dicembre? Ben dai, ci diciamo affidandoci ai detti della tradizione, el tempo xe restà da maridare così el fa quélo chel vol! Passa anche il ponte dell’Immacolata e niente neve: portiamo pazienza. Quando le previsioni meteo a lungo termine non davano più nessuna speranza di avere le piste aperte per le feste di Natale, ecco che improvvisamente il cielo, beffando tutti i meteorologi che prevedevano appena 5 centimetri di neve, scarica 25 centimetri di felicità!”
‘No la xe bastansa’, dice qualcuno, ma i gestori del centro fondo sono abituati a combattere  battaglie difficili e mettono in moto le turbine: per dieci giorni macinano ore di lavoro, freddo nelle ossa e corpi esausti, ma riescono nell’impresa di portare tutta la neve a disposizione sul tracciato. Il 21 dicembre arriva l’annuncio tanto atteso: “Cari amici, domani si apre. 6 km di pista al golf e 11 al Barenthal”.
Viene rinnovata la collaborazione col centro fondo Montecorno, e quindi il collegamento tra i due comprensori che consente di sciare a soli due minuti dal centro di Asiago su 30 chilometri di piste battute ogni giorno. “Le feste passano indenni, complice il lavoro costante e quotidiano per mantenere l’agibilità delle piste a causa delle temperature decisamente troppo elevate per più di venti giorni. L’affluenza è discreta, ma molto inferiore alle aspettative. Nonostante questo, ogni giorno ci siamo impegnati con professionalità e passione per preparare al meglio le piste, indipendentemente dal fatto che ci fossero cinque sciatori o cinquecento”, afferma con orgoglio il gestore.
Dopo le feste una perturbazione inonda il centro fondo di acqua, costringendo alla chiusura. Neve da recuperare non ce n’è più e anche quando le temperature tornano a calare l’unico risultato è la trasformazione di alcuni tratti di tracciato in piste da pattinaggio. Ma dopo dieci giorni di sconforto accade un miracolo inatteso: 20 centimetri di precipitazioni nevose, a dispetto dei 2 previsti. Si rimettono in moto i battipista e le piste tornano a rendere felici gli appassionati dello sci di fondo, che arrivano a centinaia.
La gestione di un centro fondo a quote basse è un continuo saliscendi, proprio come nei sogni da sciatore di Loris Rigoni, ma la fortuna aiuta gli audaci e loro lo sono. Mai mollare e Niente è impossibile sono i loro motti.

Scatti dal Centro Fondo Asiago

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