Parigi-Roubaix, Andrea Pasqualon nell’inferno del nord: “dovrò sicuramente esserci nel finale”

Dopo aver concluso l’edizione dello scorso anno in 19esima posizione, primo degli italiani in classifica Andrea Pasqualon torna a correre la Parigi-Roubaix, l’inferno del nord, la classica monumento che da sola vale un’intera carriera e che ti spedisce dritto nella leggenda.

Il ciclista eneghese, arriva al grande appuntamento pronto a dire la sua dopo un avvio di stagione più che positivo che lo ha visto ritagliarsi un ruolo fondamentale all’interno della della Bahrain Victorious.

Alla vigilia della gara lo abbiamo sentito per fare il punto della situazione.

Come stai?

Bene, ho preparato nel migliore dei modi la corsa. E’ una gara che mi piace, e a cui tengo particolarmente. La Roubaix era nei miei piani già da inizio stagione e per la preparazione ho rispettato un programma che prevedeva la partecipazione a tutte le classiche fiamminghe. Classiche che va detto era importante correre fino alle fine in modo da accumulare km e fare la “giusta fatica” in previsione dell’appuntamento di domenica.

Quali sono gli ordini di scuderia? avrai la possibilità di muoverti abbastanza liberamente?

Sicuramente sarò di supporto a Matej Mohoric che è il capitano designato e di Fred Wright che è l’altra opzione nel caso Matej non riuscisse a recuperare bene dalle botte prese al Giro delle Fiandre, ma comunque, avrò un ruolo abbastanza libero nel senso che dovrò sicuramente esserci nel finale. Poi vedremo come muoverci, la Roubaix è una gara sempre difficile da interpretare; va corsa con grande intelligenza ma nel contempo devi avere anche una buona dose di fortuna perchè non devi trovarti in mezzo alle cadute e non devi forare. Per fortuna l’esperienza gioca un po’ a mio vantaggio perchè in questi anni ho imparato quali sono i punti critici della corsa.

In questi giorni sei riuscito a provare il percorso? 

Sì l’ho provata giovedì. Purtroppo però l’ho provata in condizioni diverse da quelle che ci saranno in gara. I tratti di pavè erano bagnati mentre domenica probabilmente saranno asciutti. Diciamo che la ricognizione è servita più che altro per capire come muoversi ma non ma non per capire come “interpretare” i settori di pavè visto che, come dicevo, erano particolarmente bagnati e si capiva poco. Diciamo che siamo stati un po’ sfortunati. Poi, certo in questa corsa può sempre capitare di tutto, ad esempio se sabato si mette a piovere, per domenica difficilmente le pietre riusciranno ad asciugarsi.

Nel 2022 hai chiuso in 19esima posizione, primo degli italiani. Quest’anno hai intenzione di migliorare quel risultato?

Assolutamente sì!

In bocca al lupo Andrea, ti aspettiamo tutti al velodromo!

 

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