Olimpiadi 2026: caro Zaia se vuoi una nuova ridistribuzione delle gare bussa in Trentino e porta il fondo sull’Altopiano

Dovevano essere le Olimpiadi a “costo 0” perché la strutture erano già pronte o necessitavano di pochi interventi, dovevano essere le Olimpiadi del Veneto ma quando il dossier era ancora quello di Cortina 2026 una buon numero di gare erano state previste in Trentino Alto Adige, comprese quelle dello Sci di fondo che inizialmente si pensava potessero – viste anche diverse dichiarazioni pubbliche del governatore Zaia – essere ospitate dall’altopiano che in un’olimpiade veneta, ripetiamo veneta, sarebbe stata la location naturale per questa disciplina.

Un altopiano invece escluso a sorpresa nel momento della presentazione del dossier senza tante spiegazioni se non quelle riportate da un comunicato in risposta ad una dichiarazione critica del sindaco di Asiago Roberto Rigoni Stern. Il comunicato recitava che era necessario avere nello stesso luogo trampolino e pista di fondo per ospitare la combinata nordica, dimenticando che, sci di fondo e combinata nordica sono due discipline diverse e che comunque nella candidatura concorrente, quella di Milano – che in quel momento va detto era la più forte – il trampolino era previsto addirittura a Saint Moritz, senza che nessuno sollevasse dei dubbi in merito.

L’altopiano rassicurava la regione, nello stesso comunicato, sarebbe stato comunque valorizzato come sito di allenamento per sci nordico e discipline del ghiaccio anche se ad oggi non abbiamo nessuna notizia riguardo questa possibilità.

Poi, il colpo di scena, la candidatura veneto trentina è diventata inseguendo un compromesso all’italiana (che aveva lo scopo di non scontentare nessuno) una candidatura congiunta con quella lombarda diventando l’olimpiade “spezzatino” di Milano – Cortina. A quel punto vista anche la centralità del nostro territorio tra le due “città simbolo” e la vicinanza con aeroporti e autostrade si era tornati un po’ a sperare. Speranza vana, visto che, anche questa volta non c’era traccia del nostro territorio nel dossier nonostante i siti di gara fossero stati spalmati praticamente ovunque tra nord est e nord ovest dando l’impressione che per la scelta delle location più che ad un criterio razionale gli autori del dossier si siano affidati ad una sorta di manuale Cencelli.

Interessante poi scoprire che nella nuova – e poi vincente – candidatura “la regola” della vicinanza tra gli impianti delle gare – vedi il famoso trampolino – sia stata letteralmente sconvolta arrivando ad assegnare la velocità su ghiaccio in Pista lunga a Pinè e lo short track a Milano ma sopratutto udite udite, lo sci alpino femminile a Cortina e quello maschile a Bormio in Lombardia alla faccia per esempio, dei poveri giornalisti della specialità che saranno costretti a degli esodi biblici.

Il resto è storia, la candidatura congiunta Milano Cortina vince e purtroppo quella che doveva essere una gloriosa marcia verso un evento che, a detta degli organizzatori dovrebbe portare un beneficio all’intera nazione è diventato un percorso ad ostacoli con l’ormai cronico problema italiano dei grandi eventi e delle opere pubbliche.

I costi – vecchia storia che si ripete – sono lievitati (parlare oggi di Olimpiadi a costo 0 fa addirittura sorridere) i lavori sono in alto mare e come se non bastasse sono state cambiate in corsa delle location: Pinè è saltata e il pattinaggio di velocità su pista lunga è stato spostato alla Fiera di Rho (ma alla cittadina trentina è stato promesso un risarcimento da 50 milioni!! e la candidatura alle Olimpiadi giovanili del 2028), l’Hockey femminile dal Palasharp di Milano è passato anche questo a Rho e notizia fresca fresca sembra che il bob, lo skeleton e lo slittino vengano ospitati da una località straniera (in lizza ci sono Saint Moritz e Innsbruck).

A mettere la parola fine sull’avventura della pista da bob a Cortina è stato direttamente il Presidente del CONI Malagò (si dice su pressione del governo “amico”) durante la sessione del Comitato olimpico internazionale a Mumbai. Il motivo della rinuncia è il fallimento ormai annunciato della costruzione del budello di ghiaccio a Cortina con i lavori mai partiti e i costi diventati insostenibili.

Tutto questo con una Regione Veneto che, riteneva troppo lontano il trampolino da Asiago, ed ora si ritrova ad organizzare delle Olimpiadi che avranno (e sarebbe la prima volta in assoluto nella storia della rassegna invernale) una sede di gara in un paese diverso da quello ospitante. Se poi ci aggiungiamo anche il fatto che il resto delle gare sarà spalmato in tre regioni diverse, il tutto assume un aspetto quasi surreale.

Zaia che della pista da Bob ne aveva fatto un simbolo e una battaglia quasi personale non ci sta e chiede che venga “ridisegnata la distribuzione delle gare e delle venues olimpiche” a favore del Veneto.

Benissimo, siamo d’accordo. A questo punto però, caro Presidente se devi chiedere più gare per il Veneto vai direttamente a chiederle al tuo collega e compagno di partito Fugatti, portando magari lo sci di fondo sull’altopiano. L’idea non sarebbe così malvagia anche perchè se il Veneto deve ospitare più gare forse è giusto chiederne qualcuna indietro al “terzo incomodo” Trentino (e competitor diretto) piuttosto che ai co organizzatori lombardi con i quali forse non è il caso di instaurare un pericoloso braccio di ferro.

Sembra però che purtroppo il nostro governatore, quando parla di ridistribuzione delle gare stia pensando nuovamente a Cortina per la quale si sta spendendo con tenace impegno. Dispiace perchè l’impressione che abbiamo è che in Veneto quando si parla di montagne sembra che esistano solo le Dolomiti o al limite, concedeteci la battuta, le colline del Prosecco se solo si potesse innervarle.

Aldilà dell’ironia forse non ci rediamo conto fino in fondo di quanto l’esclusione dell’altopiano dai siti olimpici sia stata un danno enorme per il nostro territorio. Un danno non solo per l’opportunità persa ma anche perchè a guadagnare veramente dalla rassegna a cinque cerchi saranno – a nostro scapito –  i nostri due maggiori competitor: il confinante Trentino (che già gioca un altro sport grazie all’autonomia) e Cortina. Vada per Cortina che è una località veneta ma, che la regione abbia preso una decisione che rafforza il concorrente Trentino ha francamente, il sapore della presa in giro.

Aldilà di tutto è inutile che ci nascondiamo dietro ad un dito, questa situazione  è anche colpa nostra. Nel momento decisivo, quando bisogna battere il ferro caldo quando potevano esserci ancora dei margini di manovra le amministrazioni dell’altopiano ancora una volta non hanno saputo fare squadra. Non è stata presentata una candidatura forte e unitaria focalizzata su proposte concrete e sopratutto non sono è stata avviata, magari con l’aiuto dell’imprenditoria vicentina, quella attività di lobbying (va sempre specificato, legale) necessaria in situazioni del genere.

Dopo l’esclusione, poco sono servite purtroppo, la sacrosanta protesta e richiesta di chiarimenti del sindaco di Asiago Rigoni Stern e la petizione che ha raccolto oltre 1.700 firme, se non si parla con un’unica voce tutto diventa più difficile sopratutto se chi ha deciso di escluderci può giocare sulle nostre divisioni magari insinuando che in fondo manco le volevamo queste Olimpiadi o che non eravamo adatti per ospitarle. Che poi qualche amministratore fosse veramente convinto che il nostro territorio non fosse adatto non ha fatto altro che aggravare il problema visto che al netto di eventuali posizioni di natura ambientalista (sempre rispettabili ma che non ci sembra fossero all’ordine del giorno) non esisteva nessun problema che non poteva essere superato.

Fatta questa premessa va detto chiaramente che ridurre la questione solo ad un problema locale ha senso fino ad un certo punto. Aldilà della solita autolesionista mancanza di unione, il dato di fatto è che a livello regionale e nazionale il nostro territorio è elettoralmente irrilevante e in ogni caso al momento, non propenso a far mancare la fiducia a chi governa la regione. E’ evidente che in una situazione del genere chi sta nella sala dei bottoni fa le proprie considerazioni. Sarebbe illusorio pensare che in un evento del genere gli equilibri politici con tutto quello che ne deriva non abbiano un peso fondamentale in determinate scelte.

Il nostro appello

Anche se con tutta probabilità non servirà a riportare le gare sull’altopiano, vogliamo comunque fare un appello a tutti gli amministratori dei 7 comuni perchè in questi giorni colgano l’occasione per farsi sentire e chiedano questa volta tutti insieme, una qualche forma di risarcimento da un ente quello regionale che, dovrebbe fare prima di tutto gli interessi dei veneti e non dei vicini di casa.

Sarebbe corretto almeno, che la regione ci spieghi chiaramente quali vantaggi avrà il nostro territorio da Milano Cortina 2026 visto che si continua a parlare di un’enorme opportunità non solo per il Veneto ma per l’intera nazione. Ci spieghi se e come potremo mangiare una piccola fetta di torta anche noi (che paghiamo le tasse quanto gli amici di Cortina e quelli della Val di Fiemme).

L’impressione purtroppo  (e vorremmo più di ogni altra cosa essere smentiti) è che alla fine di tutto, l’altopiano si ritroverà stretto nella morsa dei propri competitor che potranno contare su enormi finanziamenti, infrastrutture e una visibilità a livello mondiale senza precedenti.

Il punto con il Sindaco di Asiago Roberto Rigoni Stern

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