“I molteplici allarmi di questi giorni che vengono sia dal fronte sindacale che dai sindaci del territorio vicentino, confermano un quadro che da anni denunciamo a livello istituzionale. A partire dall’intasamento dei Pronto Soccorso nelle Ulss 7 e 8, con impennate dei codici verdi e bianchi. Una conseguenza del progressivo impoverimento della sanità di prossimità attraverso la mancata programmazione, ad esempio nel chiedere e predisporre le borse di formazione per i medici di medicina generale. Un vulnus che ha contribuito in modo sostanziale a generare l’attuale, cronica carenza dei medici di famiglia. Risultato: si chiede aiuto alla medicina d’urgenza non avendo filtri e prese in carico di prima risposta“.
L’analisi è della consigliera regionale del Pd veneto e componente della Commissione Sociosanitaria, Chiara Luisetto.
“A rendere ancora più difficile la situazione è l’assenza di sostegni ai medici in attività, ai quali non viene assicurato né un adeguato rinforzo amministrativo, né strumenti operativi come una strutturata telemedicina e neppure la possibilità di avanzamenti di carriera ad esempio in ambito dirigenziale. Insomma, un’inerzia che produce a cascata un vuoto che le fragilità per prime pagano e una crescente pressione sui Pronto Soccorso“.
Luisetto entra poi nel merito delle vicende riguardanti l’Ovest vicentino: “è emblematico il caso dei pazienti di Ortopedia che vengono dirottati nei weekend da Valdagno ad Arzignano. Il segno evidente che chi governa la Regione non si sforza di capire cosa significhi per molte persone, soprattutto anziane, spostarsi dalla propria zona per poter fruire di servizi che dovrebbero essere garantiti vicino a casa dove le strutture ci sono. Questa politica regionale di progressivo e silente abbandono del sistema sanitario pubblico è inaccettabile“.
c.s
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