Il primo privilegio ai Sette Comuni la traduzione della pergamena originale del 1339

La trascrizione della pergamena 

Recto

Hoc est exemplum sumptum ex litteris autenticis Magnifici domini domini Mastini de la Scala. 

Nos Mastinus de la Scala unaa cum Magnifico fratre nostro domino Alberto civitatum Verone, Vincentie dominus generalis; considerantes ardentem servitudinem dilectionis affectum / quem homines villarum infrascriptarum Montanearum districtus Vincentie, ad nos habent, et in futurum habere poterunt ut speramus, volentes easdem facere gratiam specialem, ut ipsi ardencius / existere debeant, in nostris mandatis, ex vigore nostri arbitrij, et de nostre plenitudine potestatis cassamus, iritamus, et nullius valoris esse volumus omnia banna, et / omnes condemnationes data, et datas easdem, sive comuniter sive singulariter per comune Vincentie quibuscumque de causis. et quidquid exhiisdem secutum fuisset, aquibus ipsos, et quemlibet ipsorum / habentes pacem cum offensis totaliter absolvimus et absolutos esse volumus usque ad hunc presentem diem; Ac etiam ipsos, et quemlibet ipsorum liberantes, et absolventes / ab omnibus daciis, mutuis, restis, residuis, colectis, imposicionibus et fationibus hinc retroacto impositis per comunem Vincentie, usque ad hunc presentem diem. Mandantes.. potestatibus.. vicariis / et ceteris officialibus nostris in civitate Vincentie, presentibus ac futuris, quotenus eorum banna, et condenaciones tam generales quam speciales de quibus constabit ipsos habere pacem, ac etiam omnia / eorum resta, residua dacias, collectas, mutua, impositiones, et faciones eisdem hinc retroacto impositas per dictum comunem Vincentie, usque ad hunc presentem diem faciant, ac facere debeant / inspectis presentibus aboleri, et canzelari totaliter de libris, registris originalibus, et exemplis comunis Vincentie. Ita ac taliter quo nullo modo vel tempore, occasione predictorum alicui possint / damno, vel periculo subiacere. In quorum testimonium presentes iussimus nostri sigilli Munimine robarari. Jnfrascripta sunt Comunia. Comune Rocij, Comune Asiiagi, Comune Roane, Comune / Galei, Comune Foze. Comune Enegi, et comune Luxiane. Actum ac datum Verone, in Canzelaria nostra, die dominico xiiio Jun. sub anno domini Millesimo, trecentesimo, trigesimonono, Jndic. septima.

* Ego Marcus q. Henrici de Lugo civis Vincentie, Jmperiali auctoritate publicus notarius Autenticum huius exempli vidi Munitum, sigillatum et bullatum cum Cera simplici. Cum / sigillo magno, et cum bulla prefati Magnifici domini, domini Mastini de la Scala, Jpsumque autenticum legi, et secundum quod in eo reperi continere ita fideliter transcripsi et exemplavi nihil / addens, vel diminuens, quod sensum aut significatum variet, vel transmutet, in fonte in litteris, vel sillabis erando, signum meum consuetum apposui, et nomen meum subscripsi ad peticionem / Laurentij q. Jacobi blanchi de Rocio facientis nomine ac vice comunis ac hominum de Rocio. Et hoc de Mandato ac autorictate sapientis viri domini Jacobi dal Canto Judicis de Florentia, / pro Magnificis dominis, dominis Alberto ac Mastino, de la Scala, in Civitate Vincentia vicarij generalis. Quibus omnibus ac singulis prefatus dominus vicarius suum ac comunis Vincentie Judiciale / decretum. Infrascriptis Millesimo ac Jndic., die sabati xviiiio Jun., Vincentie, in comuni palacio.

Verso

Montagne Mazzo A  127 N.°19
Privilleggio d’essenzione de Sette Communi.
Montagne Libro I N.°9
sez.189.


La traduzione della pergamena 

Questa è una copia tratta dalle lettere autentiche del Magnifico signore signor Mastino della Scala.

Noi Mastino della Scala, unanimemente con il Magnifico fratello nostro signore Alberto, signore generale della città di Verona, Vicenza; considerando la ardente servitù e l’affetto di dilezione che gli uomini delle infrascritte ville delle Montagne del distretto di Vicenza hanno verso di noi, e che in futuro potranno avere, come speriamo, volendo fare loro la stessa grazia speciale, affinché essi stessi con ardore debbano esistere, nei nostri mandati, per vigore del nostro arbitrio, e dalla nostra piena potestà cassiamo, invalidiamo, e vogliamo che di alcun valore siano tutti i banni, e tutte le condanne date, e date a ciascuno, sia collettivamente che singolarmente dal comune di Vicenza per qualsiasi causa. E per qualsiasi cosa qualcuno di loro fosse perseguito, e qualsiasi tra loro abbia pace essendo assolto dalle offese totalmente e vogliamo che sia assolto, fino al presente giorno d’oggi; e anche loro stessi, e qualsiasi tra loro, siano liberati, e assolti da ogni dazio, mutui, resti, residui, collette, imposizioni e fazioni retroattivamente imposti dal comune di Vicenza, fino al presente giorno d’oggi. Mandando ordine ai potestà, vicari ed altri nostri ufficiali nella città di Vicenza, presenti e futuri, ogn’anno i loro banni, e condanne, tanto generali che speciali dei quali consta essi stessi avere pace, e anche ogni loro resto, residui, dazi, collette, mutui, imposizioni e fazioni retroattivamente imposti dal detto comune di Vicenza, fino al presente giorno di oggi, facciano e debbano fare gli ispettori presenti abolire e cancellare totalmente dai libri, registri originali e copie del comune di Vicenza. Così che in nessun modo o tempo, occasione, alcuno dei predetti possa soggiacere al danno o al pericolo. In presenza di quei testimoni ordiniamo che sia munificamente corroborato del nostro sigillo. Gli infrascritti comuni sono: comune di Rotzo, comune di Asiago, comune di Roana, comune di Gallio, comune di Foza, comune di Enego e comune di Lusiana. Fatto e dato a Verona, nella nostra Cancelleria, giorno di domenica 13° Giugno, sotto l’anno del signore Mille-trecento-trentanove, Indiz. settima.

* Io Marco del fu Enrico de Lugo cittadino di Vicenza, notaio pubblico di autorità imperiale, vidi questa autentica copia, munita, sigillata e bollata con cera semplice. Con grande sigillo e con bolla del predetto Magnifico signore, signor Mastino della Scala, e lo stesso autentico lessi e secondo ciò che io vi trovai contenere così fedelmente lo trascrissi e copiai nulla aggiungendo, o diminuendo, che varino o mutino senso o significato, nulla errando nella fonte in lettere o sillabe, apposi il mio segno consueto, e il mio nome sottoscrissi alla petizione di Lorenzo del fu Giacomo Bianchi di Rotzo, facente nome e vice del comune e uomini di Rotzo. E ciò su mandato e autorità del sapiente uomo signor Giacomo dal Canto, giudice di Firenze, per i Magnifici signori, signori Alberto e Mastino della Scala, vicari generali nella città di Vicenza. Con tutti costoro e il singolo predetto signore e il suo vicario con decreto giudicale del comune di Vicenza. Infrascritto Millesimo e Indiz., giorno di sabato 19° Giugno, Vicenza, nel palazzo del comune.

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