La grande magia del Giro d’Italia

Ci sono eventi che passano, lasciano una traccia e poi svaniscono. E poi c’è il Giro d’Italia, che non passa soltanto: entra nelle pieghe della vita quotidiana, si insinua nelle piazze e nelle vie, tra le case e i sorrisi, accende i cuori e risveglia qualcosa che forse avevamo dimenticato. È una festa, sì, ma è molto di più: un rito collettivo, una magia rosa che ogni anno riesce a far vibrare un intero Paese.

La sua forza sta nel fatto che non chiede nulla, se non di esserci. Non serve un biglietto, non servono accessi a tribune vip: basta una strada,, un balcone addobbato di bandiere, e tutto diventa spettacolo. Il ciclismo ha questa straordinaria qualità: è democratico, gratuito, popolare nel senso più nobile del termine. Non è lo sport degli stadi blindati, ma quello che arriva sotto casa, che passa davanti al bar del paese, accanto ai nonni con il bastone e ai bambini sulle spalle dei genitori.

E anche chi di sport non si interessa, chi non saprebbe riconoscere un corridore, chi non ha mai seguito una tappa in televisione quel giorno c’è e si emoziona come tutti gli altri. Perché il Giro ha la capacità di trasformare ogni luogo in un palcoscenico e ogni spettatore in parte della storia. È come se in quei momenti l’Italia si riscoprisse comunità e si concedesse un momento di gioia, stupore, orgoglio.

Non è solo il gesto dei ciclisti che commuove, né la bellezza mozzafiato dei paesaggi. È quel passaggio che diventa attesa, l’attesa che diventa rito, il rito che si trasforma in memoria. Si aspetta il Giro come si aspetta un amico caro: si pulisce, si addobba, si prepara qualcosa da offrire. E quando la carovana passa, lascia dietro di sé un senso di pienezza, di connessione tra generazioni, tra sconosciuti, tra paesi sperduti e metropoli in festa.

Il Giro è l’Italia che si guarda allo specchio e si piace. È una febbre buona, contagiosa, che non fa distinzione tra chi sa e chi ignora, tra ricchi e poveri, tra chi è andato in fuga e chi invece ha scelto di restare. È un’emozione che attraversa l’asfalto e si infila nel petto, che ti fa applaudire anche l’ultimo arrivato. 

È la magia del Giro d’Italia, signori. E proprio perché è magia, non si può spiegare: si può solo vivere. Forse è proprio questo il suo segreto, quello che rende questa corsa qualcosa di unico e speciale.

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