Oggi e domani lunedì 9 giugno gli italiani saranno chiamati a esprimersi su cinque referendum abrogativi. I temi al centro della consultazione popolare riguardano diritti del lavoro, contratti, appalti e cittadinanza. Quattro quesiti sono stati promossi dalla CGIL, il quinto da +Europa e da una rete di soggetti politici e associazioni civiche.
Il voto si svolgerà oggi domenica dalle 7:00 alle 23:00 e lunedì dalle 7:00 alle 15:00. Perché ciascun referendum sia valido, è necessario il raggiungimento del quorum, ovvero la partecipazione al voto di almeno il 50% più uno degli aventi diritto. In caso contrario, i risultati delle urne non avranno effetto giuridico.
Quesito 1 – abrogazione del decreto legislativo 23/2015 (Jobs Act)
Il primo quesito propone l’abrogazione delle disposizioni contenute nel decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 23, noto come “contratto a tutele crescenti”. Il provvedimento ha modificato la disciplina del licenziamento illegittimo per i lavoratori assunti a tempo indeterminato dopo il 7 marzo 2015, prevedendo un indennizzo economico in luogo del reintegro nel posto di lavoro.
In caso di abrogazione, verrebbero meno tali disposizioni, con possibili effetti sul ripristino del diritto al reintegro nei casi di licenziamento ingiustificato.
Quesito 2 – abolizione del tetto alle indennità per licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese
Il secondo quesito riguarda la disciplina applicabile alle imprese con meno di 15 dipendenti. Attualmente, nei casi di licenziamento illegittimo, la legge prevede un tetto massimo per l’indennizzo economico riconosciuto al lavoratore.
Il referendum propone l’abrogazione dell’articolo 9, comma 1, del decreto legislativo 23/2015, eliminando il limite massimo e consentendo al giudice di determinare liberamente l’indennità, sulla base dei singoli casi.
Quesito 3 – modifica del decreto legislativo 81/2015 sui contratti a termine
Il terzo quesito mira a intervenire sul decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, che disciplina i contratti a tempo determinato, le proroghe, i rinnovi e la durata complessiva del rapporto di lavoro. Le disposizioni attualmente in vigore consentono l’instaurazione di rapporti di lavoro a termine per un periodo complessivo di fino a 24 mesi, prorogabili fino a cinque volte.
L’abrogazione parziale di alcune disposizioni avrebbe effetto su questi limiti, sulla causalità dei contratti e sul numero di proroghe consentite, con l’intento di incidere sulle forme contrattuali temporanee.
Quesito 4 – responsabilità solidale negli appalti
Il quarto quesito referendario chiede l’abrogazione dell’articolo 26 del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175, che esclude la responsabilità solidale del committente per le obbligazioni retributive e contributive dell’appaltatore e del subappaltatore.
Se il quesito sarà approvato, sarà nuovamente possibile attribuire una responsabilità diretta e solidale al soggetto che commissiona l’opera o il servizio, anche in caso di appalti e subappalti, per i trattamenti economici e le condizioni di lavoro dei dipendenti impiegati nell’appalto.
Quesito 5 – riduzione degli anni di residenza per la cittadinanza italiana
Il quinto quesito propone di abrogare l’articolo 9, comma 1, lettera f) della legge 5 febbraio 1992, n. 91, che stabilisce in dieci anni il periodo minimo di residenza legale in Italia richiesto agli stranieri extracomunitari maggiorenni per poter fare domanda di cittadinanza italiana.
Con l’abrogazione della norma, il periodo sarebbe ridotto a cinque anni. Il quesito è stato promosso da +Europa e sostenuto da altre formazioni politiche e associazioni della società civile.
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