CAI Veneto contro la nuova legge sulla viabilità silvo-pastorale: “Scelta arrogante che danneggia l’ambiente”

Con un comunicato ufficiale il Gruppo Regionale del CAI Veneto esprime profondo rammarico per l’approvazione della recente modifica alla Legge regionale n. 14 del 31 marzo 1992, relativa alla disciplina della viabilità silvo-pastorale. Secondo il Club Alpino Italiano, si tratta di un provvedimento inutile e dannoso che mette a rischio l’integrità e la conservazione dell’ambiente montano veneto.

Nel testo si sottolinea come la normativa già prevedesse ampie deroghe al divieto di accesso alle strade silvo-pastorali in casi di emergenza, per motivi di lavoro, controllo della fauna o cura delle proprietà. La nuova modifica viene invece definita come un “atto di arroganza”, volto a tutelare “l’interesse di pochi a danno di un ambiente fragile quanto prezioso”.

Il CAI Veneto ribadisce l’importanza del principio ispiratore della norma originaria: limitare il traffico su queste strade per ridurre l’impatto sulla fauna e mantenere l’unicità del paesaggio montano. “Quello che rattrista è che ancora una volta si è tradito il rapporto tra uomo e ambiente, e gli interessi di bottega hanno prevalso”, si legge nel comunicato. “Non si è voluto affrontare un dialogo per l’ambiente ma per addomesticare la montagna. Renderla facilmente fruibile. Altro che sostenibilità!”

Il Club Alpino denuncia un grave allontanamento delle istituzioni dalla realtà di chi vive la montagna e ricorda il proprio impegno, condiviso con altre associazioni ambientaliste, nella promozione di una frequentazione consapevole e rispettosa dell’ambiente alpino.

Nonostante la delusione, il Gruppo Regionale del CAI Veneto conferma il proprio impegno, nella manutenzione dei sentieri e nella diffusione di una cultura montana responsabile. Il CAI chiude infine con un richiamo all’articolo 9 della Costituzione, ribadendo il proprio ruolo di “custode dei principi fondamentali e della sostenibilità della montagna”.

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