Baldin in visita all’ex istituto elioterapico di Mezzaselva: ma dalla Regione non sembrano esserci quote socio-sanitarie

Ex istituto elioterapico Mezzaselva - Erika Baldin (M5S)

L’ex istituto elioterapico di Mezzaselva è recentemente entrato nel raggio d’interesse di Erika Baldin (M5S), membro della quinta commissione del consiglio regionale del Veneto che si occupa di sanità e politiche socio-sanitarie. Ieri Baldin, accompagnata da Monica Gios, ex assessore alle politiche sociali di Asiago, ha visitato la struttura “per far luce sul cospicuo patrimonio immobiliare inutilizzato dalle ULSS venete e auspicarne il riutilizzo in chiave sanitaria.

La consigliera, capogruppo del Movimento 5 Stelle e segretaria del consiglio regionale per la minoranza, che si è recata a Mezzaselva in supporto all’appello lanciato dal gruppetto di cittadini garantisti dei diritti di uso civico, ha potuto così “valutare di persona la grandezza di questa struttura, che per anni ha rappresentato un presidio di cura e speranza per tante e tanti. Un luogo dove le persone arrivavano in carrozzina e, in alcuni casi, riuscivano a tornare a camminare. Un edificio immerso in un paesaggio naturale che da solo ha un potere terapeutico straordinario.”

La struttura è oggi oggetto di una trattativa che vede coinvolti il Comune di Roana e l’Ulss 7 Pedemontana in una compravendita del terreno su cui insiste, andando a regolarizzare così una situazione ambigua che ha per anni causato problematiche di vario genere. Da questa alienazione, i cittadini del comune di Roana ricaverebbero 320 mila euro: questa la cifra stimata per la compravendita dell’area.

Baldin, che per la prima volta si approccia al tema dell’ex istituto elioterapico, ha definito l’intenzione dell’amministrazione comunale un tentativo di svendita” dell’immobile: “L’edificio risulta in ottimo stato e restaurato nelle scorse decadi – commenta –. Ciò che serve ora sono i progetti per la sua gestione, che possono interessare l’impianto di servizi socio-sanitari: per esempio, negli ambiti dello spettro autistico, dei disturbi alimentari, della ludopatia e altre dipendenze, con vincolo d’uso. Lo spopolamento delle montagne venete parte proprio dalle violate esigenze di servizi, spazi, presidi territoriali in ogni contesto del welfare state, dalla sanità alla scuola, dai trasporti all’assistenza”.

Secondo quanto sostiene da tempo invece l’amministrazione comunale del sindaco Luigi Martello, la Regione Veneto non ha dato disponibilità di ulteriori quote socio-sanitarie, rendendo così necessario un piano alternativo per evitare che la struttura resti un gigantesco fantasma in disuso, le cui ingenti spese di manutenzione annuale restano a carico dei cittadini.

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