“Stiamo lavorando bene ed i risultati non si possono nascondere, in quanto sono i numeri a parlare. La produzione, infatti, è in aumento nel 2024, sia in Italia che in Veneto, e si concentra principalmente su quattro regioni (81%), con il 62% prodotto in dieci province, tra cui Vicenza. In Veneto gli allevamenti diminuiscono, con il 78% del latte prodotto tra Vicenza, Verona e Padova, ma si osserva un aumento della produzione”. Con queste parole il presidente di ARAV, Floriano De Franceschi, questa mattina ha introdotto l’assemblea ordinaria dell’Associazione, evidenziando anche il fatto che “il 56,1% della produzione di latte veneto è stata destinata alla produzione di formaggi Dop, con un aumento rispetto al 2023”.
I dazi premono sul made in Italy. “Una spinta verso la reale imposizione di dazi sull’agroalimentare made in Italy – prosegue il presidente De Franceschi – determinerebbe un’ulteriore amplificazione negli Stati Uniti dell’italian sounding, portando i consumatori americani a indirizzarsi su beni più a buon mercato, a partire dai cosiddetti italian fake”.
Disegni di legge sulla transumanza. In assemblea i delegati sono stati informati dell’intervento del presidente e del direttore di ARAV, insieme al patron della transumanza di Bressanvido, Marino Pagiusco, in merito ai disegni di legge presentati in seno alla 9ª Commissione permanente del Senato della Repubblica Italiana, su invito del senatore Luca De Carlo, per la valorizzazione della transumanza. È stato sottolineato che oltre quindici malghe, in tutto il Veneto, sarebbero rimaste vuote rispetto al 2024, con tutte le conseguenze in termini strutturali, ambientali e di tenuta dell’assetto agronomico e idrogeologico dei pascoli. Le cause sono molteplici: l’assenza di ricambio generazionale, le carenze strutturali, l’aumento delle quote di affitto richieste soprattutto da Comuni e Regole senza contropartite concrete, la diminuzione delle contribuzioni comunitarie specifiche e l’escalation delle predazioni da parte del lupo.
Emergenza patrimonio bovino da carne. “Con un tasso di autoapprovvigionamento sceso sotto al 40%, segnando una perdita di oltre 15 punti percentuali in cinque anni – spiega il presidente De Franceschi – il patrimonio zootecnico nazionale del bovino da carne è in emergenza strutturale”. La situazione ha portato il mercato a dare grande importanza all’incrocio tra bovine da latte e seme di tori da carne, conosciuto come “Beef on dairy”. Il prodotto, sia esso vitella o vitello, ha raggiunto quotazioni impensabili fino a pochi mesi fa. Il Veneto, per quanto riguarda la razza Frisona, registra una percentuale media di incroci del 28%, con un picco nella provincia di Vicenza del 34%.
La raccolta dati in stalla è fondamentale per il miglioramento genetico. “I dati raccolti dal Sistema Allevatori negli allevamenti zootecnici stanno sempre più assumendo carattere di indispensabilità per la conservazione della biodiversità e il miglioramento genetico delle razze allevate. Il Sistema Allevatori deve porsi un unico obiettivo – spiega il presidente De Franceschi – impegnarsi a migliorare la genetica bovina italiana per consolidarne le posizioni al top a livello mondiale sotto il profilo produttivo, accompagnando questo fine a quello di ottenere qualità del latte con adeguate attitudini casearie, frutto di allevamenti incentrati sul benessere animale”. Nel 2024, gli allevamenti di bovine da latte in cui è stata realizzata la raccolta dati rappresentano il 51,1% del totale delle stalle del Veneto. I capi controllati in controllo funzionale sono stati l’86% del totale, con una produzione di latte da allevamenti controllati pari al 69%.
L’identikit dei nuovi allevamenti. Prosegue il movimento strutturale verso un numero minore di aziende ma con più capi. Il confronto del 2024 con il 2010 e il 2004 sulla distribuzione degli allevamenti in base alla consistenza conferma che la percentuale di aziende con un maggior numero di vacche controllate è in continua crescita. Le aziende con più di 100 vacche rappresentano oggi il 33,2% del totale e ospitano il 69,1% del totale degli animali.
Millennials protagonisti della nuova zootecnia. La percentuale di Millennials (ovvero titolari di azienda nati dal 1980 in poi) tra gli allevatori in controllo funzionale è in costante aumento, con un picco del 50% negli allevamenti caprini da latte, come confermato dal progetto VENE-TO-GOAT, che ha coinvolto una novantina di allevamenti. Tra i bovini da latte spicca il 38,5% di allevatori Millennials in provincia di Belluno, mentre a Venezia si registra un problematico 15,8%. Nei bovini da carne si distinguono in positivo Treviso, con il 52,6%, e Belluno, con il 50%, mentre Venezia tocca lo zero per cento.
L’assistenza tecnica fornita da ARAV. Il 2024 ha visto il consolidamento di un’attività di assistenza tecnica specializzata, capillare sul territorio regionale. Benessere animale, sanità della stalla, valutazioni tecniche, razioni alimentari e sostenibilità ambientale sono state le aree su cui hanno operato i tecnici ARAV, attraverso analisi e interventi in ambito alimentare, veterinario, agronomico e tecnologico.
Il laboratorio tecnico, cuore pulsante di ARAV. L’attività del laboratorio tecnico di ARAV è cresciuta rispetto al 2023, diventando un riferimento regionale per le aziende zootecniche e agroalimentari. È in grado di verificare la qualità del latte prodotto, differenziarne il prezzo in base alla qualità, valutarne l’idoneità alla caseificazione, analizzare la qualità nutrizionale e lo stato di conservazione degli alimenti zootecnici. Questo consente di ottimizzare l’alimentazione degli animali e verificare la salubrità del latte, dei prodotti derivati e delle carni, garantendo la sicurezza alimentare del consumatore finale. Nel 2024 sono state effettuate ben 821.656 analisi di laboratorio.
c.s
Il rapporto
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