Veneto, oltre 3 milioni per il turismo sociale e inclusivo

Avviato in via sperimentale e quasi in sordina nel 2017 con l’accessibilità alla Spiaggia di Nemo, adiacente all’ospedale di Jesolo, il progetto ‘Turismo sociale e inclusivo’, promosso dalla Regione del Veneto, ha fatto passi da gigante. Non solo è stato esteso all’intero territorio regionale, interessando le località di mare e quelle di montagna, i percorsi fluviali così come i siti Unesco, ma ha progressivamente integrato le 9 Aziende Ulss, i Comuni, gli Enti del terzo settore, associazioni, istituti scolastici, università, operatori economici, enti museali.

I risultati raggiunti in termini di accessibilità, inclusione, e sensibilizzazione sono stati così significativi da consentire di ottenere, per il nuovo biennio di programmazione 2024-2026, un raddoppio del contributo statale: da 1,6 a 3,5 milioni di euro, stanziati dal Ministero per le Disabilità. Risorse che saranno investite per migliorare l’accessibilità fisica e sensoriale dei luoghi, formare il personale, e dotarsi di ausili specifici per garantire assistenza alle persone con disabilità, anche in vista delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Milano Cortina 2026.

Lo hanno sottolineato questa mattina a Palazzo Balbi gli assessori regionali alla Sanità e al sociale, Manuela Lanzarin, e al Turismo, Federico Caner, insieme al commissario dell’azienda Ulss 1 Dolomiti Giuseppe Del Ben e al direttore generale dell’Azienda Ulss 4 Veneto orientale Mauro Filippi, presentando il nuovo progetto regionale “Turismo sociale e inclusivo”.

“Si tratta di un progetto partito dal basso – ha spiegato l’assessore Manuela Lanzarin – che oggi gode di grande riconoscimento. Nel 2024, oltre 2000 persone con disabilità hanno potuto usufruire delle nostre bellezze turistiche, architettoniche e culturali, con il coinvolgimento di 200 associazioni. Al forte valore sociale si affianca anche un impatto concreto sull’inserimento lavorativo: 150 ragazzi con disabilità hanno intrapreso un percorso di autonomia lavorativa, abitativa e ricreativa, in linea con i principi del progetto di vita personalizzato, valorizzato anche dalla nuova normativa nazionale”.

“Il turismo accessibile – ha aggiunto l’assessore Federico Caner – rappresenta un importante motore di inclusione sociale ed economica per le persone con disabilità, consentendo anche a loro di partecipare pienamente alla vita culturale, ricreativa e sociale, favorendo inclusione, autonomia e benessere. Dati recenti indicano, infatti, che oltre il 70% di queste persone ha le risorse per viaggiare, sottolineando un potenziale mercato turistico che potrebbe superare i 90 miliardi di euro annui entro il 2030. Tuttavia, molte sfide persistono, come barriere architettoniche e la mancanza di informazioni accessibili. In Italia, ad esempio, solo lo 0,6% dei Comuni ha ottenuto la ‘Bandiera Lilla’ per l’accessibilità turistica. Per migliorare la situazione, oltre agli investimenti nelle strutture, è fondamentale incentivare la formazione per gli operatori turistici, adeguare le infrastrutture e sostenere la collaborazione tra enti regionali e nazionali, per stabilire standard comuni sull’accessibilità capaci di rendere le destinazioni più attrattive e competitive, poiché si rivolgono a un pubblico più ampio”.

Grazie alla nuova progettualità – è stato evidenziato – sarà possibile abbattere ulteriormente le barriere architettoniche e sensoriali, garantire informazioni chiare e accessibili a tutti, attraverso strumenti come audioguide, video descrizioni e mappe interattive.

Mauro Filippi, direttore dell’ULSS 4, capofila del progetto, ha illustrato anche le opportunità formative messe in campo: “Il programma ha coinvolto istituti alberghieri, licei socio-pedagogici, università, ma anche datori di lavoro, offrendo loro la possibilità di qualificare le proprie attività sotto il profilo sociale. Un’opportunità che può cambiare la vita dei giovani con disabilità e delle loro famiglie”.

c.s

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