Gli investimenti nella ricerca spaziale non sono soldi sprecati

Ogni volta che una missione spaziale atterra da qualche parte è purtroppo inevitabile il dilagare di una domanda sempre più puntuale: «Perché spendere tutti quei soldi per andare su Marte quando abbiamo tanti problemi qui?».

Spesso sono gli stessi che si infuriano quando dici che il riscaldamento globale incontrollato ci annienterà, ma non appena una sonda arriva da qualche parte i problemi terrestri diventano improvvisamente priorità assoluta.

Chi si lamenta per i soldi investiti in ricerca spaziale magari lo fa da uno smartphone, quindi appoggiandosi a dei satelliti. Che sono stati messi lì non dalla grazia divina, ma dalla ricerca spaziale. E sicuramente usano il GPS, guardano le previsioni meteo e accendono la tv satellitare. Altra tecnologia spaziale.

Vale la pena spendere i soldi nella ricerca spaziale perché hanno delle ricadute tecnologiche enormi che migliorano la vita anche dei più sfortunati. Sistemi di purificazione dell’acqua, coltivazione idroponica, satelliti per il monitoraggio terrestre. Ma anche i sistemi per la dialisi, gli strumenti diagnostici, i visori per vigili del fuoco e squadre di salvataggio, il monitoraggio della salute del nostro pianeta dallo spazio, prevenzione di incendi, alluvioni, eventi estremi… i contributi al progresso dell’umanità sono decine di migliaia e sarebbe impossibile stilare un elenco anche solo minimamente parziale. Andate nel NASA Spinoff Database (link nei commenti) che elenca le ricadute tecnologiche NASA a partire dal 1976: vi si aprirà un mondo.

Ma il purista della critica acchiappa-like avrà da lamentarsi comunque, perché sono sempre soldi non spesi direttamente per salvare l’umanità.

Va bene, facciamo un po’ di conti insieme. Il PIL italiano sta sui 2000 miliardi di dollari. La metro C di Roma almeno sui 7 miliardi. Poca roba: è lo 0,35% del PIL. Con questa cifra si finanziano due missioni e mezzo come Perseverance (2,7 miliardi) e avanzano pure i soldi per la pizzata di fine anno. Nel 2019 gli italiani hanno speso 110 miliardi nel gioco d’azzardo, perdendo quasi 20 miliardi. Venti miliardi di perdite. Sono abbastanza per finanziare 7 missioni come Perseverance. E i soldi buttati sono quelli per andare su Marte?

I soldi per lo spazio sono briciole nell’economia mondiale. La guerra in Iraq è costata 2400 miliardi di dollari. Sono 890 Perseverance. Davvero il problema è Perseverance?

Ma c’è di più. I soldi investiti in ricerca spaziale tornano con gli interessi sotto forma di PIL e valuta circolante. Vi linko anche un autorevole studio della London Economics, secondo cui in Europa il ritorno economico diretto della ricerca spaziale è di 3-4 euro per ogni euro investito. Se contiamo anche il ritorno indiretto vanno aggiunti altri 6-12 euro per ogni euro investito. Sono soldi buttati? Davvero?

Vale la pena spendere quei soldi perché quei soldi ne generano molti di più. Alcuni dei quali vanno al supporto umanitario, come è giusto che sia. Ma prima di arrivarci attraversano un processo che nel frattempo migliora la vita di tutti e contribuisce al progresso dell’umanità. Alla fine non servirebbe nemmeno giustificare le spese per la ricerca scientifica. Esplorare è parte della natura umana, esplorare per natura e non per necessità è anche ciò che ci distingue come specie intelligente. Esplorare, scoprire, meravigliarci è ciò che ci fa sentire vivi e – non dimentichiamolo – ci aiuta a non smettere di sognare.

Filippo, Matteo e Lorenzo per Chi ha paura del Buio?

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