Coldiretti: senza un accordo di filiera le stalle venete non hanno futuro

Coldiretti Vicenza: “dalla carne ai formaggi, un patrimonio regionale del valore di 2,6 miliardi di euro, pari al 43,3% della produzione agricola veneta”

Senza un accordo di filiera le 3500 stalle venete non potranno avere un futuro. Questo, in estrema sintesi il messaggio lanciato dal presidente nazionale Coldiretti, Ettore Prandini, in vista del tavolo del Mipaaf che si riunirà oggi, all’incontro veneto con i dirigenti regionali Coldiretti.

Un prezzo equo giusto e passaggi trasparenti lungo tutta la filiera zootecnica, dal produttore al consumatore, per tutelare un patrimonio d’eccellenza fatto di carne e formaggi”. È quanto ha annunciato Prandini durante l’incontro con i dirigenti di Coldiretti Veneto riuniti in Tenuta Astoria a Refrontolo (Tv). L’appuntamento precede la convocazione del tavolo ministeriale, fortemente voluto da Coldiretti e fissato per stasera dal Ministro Stefano Patuanelli, a cui parteciperanno tutti gli attori del settore, dagli allevatori agli industriali, fino alla grande distribuzione.

La situazione del prezzo del latte alla stalla è diventata insostenibile – commenta Coldiretti Vicenza – con gli allevatori messi sotto pressione da prezzi troppo bassi, a fronte del rincaro delle materie prime e dei foraggi, dal mais alla soia, a causa delle tensioni generate dalla pandemia”.

Secondo un recente report di Veneto Agricoltura, che prende spunto da un monitoraggio Ismea, i prezzi del latte consegnato alle industrie di trasformazione relativi al primo semestre 2021 segnano per il Veneto una media di 36,2 €/hl + Iva, confermando l’urgenza di rivedere le quotazioni pagate agli allevatori considerata la mutata situazione del prezzo del latte spot. Diversa, naturalmente, la situazione per le cooperative, che determinano il valore del latte al termine dell’anno e secondo criteri diversi da quelli dell’industria di trasformazione. Sono 6mila le aziende zootecniche venete che realizzano un fatturato pari a 2,60 mld di euro, pari al 43,3% della produzione agricola del Veneto.

Stiamo attraversando un momento di grande incertezza – ha ricordato Prandini – che può essere affrontato solo con un accordo di filiera, dalle aziende agricole all’industria, fino alla grande distribuzione, per salvare le stalle con un’adeguata remunerazione del latte agli allevatori, senza pesare sui consumatori”.

L’agroalimentare è la prima ricchezza del Paese e Coldiretti, con l’idea di filiera sostenibile, intende affrontare il futuro non solo creando valore economico, ma guardando anche alla sua distribuzione e alla capacità di restituire benefici, sotto il profilo ambientale, sociale, territoriale.

Con oltre 60 mila aziende agricole che lavorano una superficie totale di 800mila ettari, il Veneto è una delle regioni ai vertici in Italia con un fatturato che tocca quasi 6mld di euro. “Numeri importanti, che vedono il Vicentino in testa a questi dati – conclude Coldiretti Vicenza – frutto di un’agricoltura che ha saputo diversificare, dall’ortofrutta alla carne, dal latte al vino, con prodotti blasonati da denominazioni, con seimila allevatori impegnati nelle filiere zootecniche più importanti (latte bovino, carne bovina, carne suina, allevamenti avicoli e cunicoli). Da questi punti di forza anche la nostra regione deve ripartire, con il Made in Italy, che ha dimostrato resilienza di fronte alla crisi e può svolgere un ruolo di traino per l’intera economia”.

C. stampa Coldiretti

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