ULSS 7: Infermieri alla guida delle auto mediche. Dure le reazioni nei confronti del provvedimento

Auto medica

Dal 1 novembre 2021 a Bassano del Grappa si sta sperimentando l’utilizzo degli infermieri alla guida delle auto mediche. Le reazioni nei confronti del provvedimento non si sono fatte attendere.

La direzione generale dell’ospedale, a prescindere da quanto previsto dal profilo professionale dell’infermiere, ha deciso di adibire gli infermieri ad autisti delle auto mediche. Il dg Carlo Bramezza ha dichiarato di seguire una normativa regionale.

A riguardo, la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Erika Baldin ha annunciato in una nota, di aver depositato un’interrogazione a risposta immediata per chiedere alla Giunta regionale “quanto sia diffuso l’utilizzo di personale infermieristico come autista di automedica nei SUEM e nei pronto soccorso del Veneto e, alla luce delle difficoltà diffuse nel reperimento di infermieri per le ordinarie attività di cura e assistenza, se ritenga che un tale tipo di scelta sia opportuna”.

“L’interrogazione – spiega l’esponente pentastellata – prende le mosse dalla sperimentazione avviata al pronto soccorso dell’Ospedale di Bassano del Grappa che prevedrebbe la guida dell’automedica da parte di un infermiere e non di un autista soccorritore. Decisione, questa, che ha subito suscitato le proteste da parte dei sindacati di categoria, dell’Ordine delle professioni infermieristiche e della Funzione Pubblica CGIL di Vicenza.

In effetti, c’è da chiedersi, e l’ho fatto con la mia interrogazione, se si tratti di una scelta opportuna. Ogni professionista ha un suo ruolo specifico e ha ragione la CGIL a sottolineare che sovrapposizioni e confusioni tra i ruoli rischiano di creare disservizi e inefficienze”.

Consigliera regionale Baldin
Erika Baldin, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle

“Sia chiaro – sottolinea la consigliera – che non discuto la legittimità della scelta dell’Ulss 7 Pedemontana. Va fatta però una considerazione più ampia, tenendo conto che per questa specifica mansione sarebbe prevista un’altra figura professionale, quella dell’autista soccorritore, come sottolineano i sindacati. Non si capisce quindi perché affidarla agli infermieri, già gravati dalla mole di lavoro straordinaria causata dalla pandemia”.

Dura reazione anche da parte di Carlo Cunegato, esponente del movimento civico Il Veneto che vogliamo, che tramite un post su facebook ha detto la sua “É questo il modello di sanità che ha in mente la Regione Veneto? […] Non stiamo parlando del trasporto di noccioline. Stiamo parlando di emergenza e urgenza. Dalla qualità e dalla tempestività dell’intervento dipende la nostra vita e quella dei nostri cari”.

Inoltre, ha opportunamente ricordato che “l’autista soccorritore, oltre ad avere le competenze di guida adeguate, ha esperienza del territorio ed è dunque in grado di raggiungere nel minor tempo possibile il luogo in cui si necessita di un intervento.

L’infermiere a bordo è colui che sa mettere subito a disposizione la professionalità necessaria per dare un primo soccorso qualificato”, sottolineando dunque la differenza di competenze tra queste due figure professionali operanti a bordo delle auto mediche.

Carlo Cunegato
Carlo Cunegato, esponente del movimento civico Il Veneto che vogliamo

© RIPRODUZIONE RISERVATA