L’ultimo saluto a Giulia tra tanta commozione

Funerale Giulia Rigon

Si sono svolti questa mattina i funerali di Giulia Rigon, la 31enne di Asiago rimasta presumibilmente vittima del femminicidio consumato a Bassano lo scorso 19 dicembre. Ad accompagnarla nel suo ultimo viaggio, stretti nel dolore i genitori Oriana e Adriano, la sorella Valentina e tutti gli amici e i parenti che hanno condiviso con lei un pezzetto di vita, ma anche le tante persone toccate da quello che fino ad ora sembrava un fatto di cronaca così lontano dalla rosea realtà dell’Altopiano. La comunità altopianese scopre invece, suo malgrado, quanto possa toccare da vicino in maniera preoccupante il tema della violenza di genere, tanto da colpire quella che in questi giorni è stata correttamente definita “la ragazza della porta accanto”, colei che ci si abitua a vedere e salutare per le vie del paese, magari che si vede crescere fin dalla tenera età.

“È stato un anno difficile, costellato di tragedie e sofferenze per la perdita di tanti concittadini. In particolare voglio ricordare Mattia Brugnerotto, Andrea Cappellari e Giulia Rigon, giovani vite spezzate che ci hanno lasciati nello sgomento facendoci riflettere sul senso vero della vita. Sono vicino a tutti i nostri concittadini che hanno chiuso nella sofferenza e nel dolore questo particolare 2021: a tutti loro vorrei inviare un messaggio di incoraggiamento e vicinanza da parte di tutta la nostra Comunità”, ha detto il Sindaco di Asiago, Roberto Rigoni Stern, al termine della funzione religiosa.

In un duomo di San Matteo gremito, dove il distanziamento sociale si è scontrato con la forte necessità di uno scambio di calore umano, si è concentrato tutto il dolore che la morte di Giulia ha suscitato. Giulia, una ragazza giovane e dal sorriso dolce, come la ricordano i familiari e chi negli anni ha frequentato il negozio di alimentari dei genitori in centro ad Asiago, aveva affrontato tante difficoltà nella vita. Difficoltà che l’avevano portata ad avvicinarsi alla persona sbagliata, che l’ha trascinata con sé in un vortice di infelicità e sofferenza, allontanandola dalla famiglia e dall’amore protettivo dei suoi cari.

L’incredulità per l’accaduto si affianca al senso di impotenza e di mancanza che dal 19 dicembre scorso affligge chi conosceva l’esistenza difficile di Giulia, convinta fino all’ultimo di voler restare vicino all’uomo che secondo il pubblico ministero Serena Chimichi l’ha uccisa, mettendo fine con violenza alla sua giovane vita.

Molti fiocchi rossi e foto di scarpe dello stesso colore, simbolo della lotta alla violenza sulle donne, sono comparsi in queste ore ad Asiago e fino alla conclusione della cerimonia, terminata sulle note del brano Hallelujah, anche i mercatini di Natale di Piazza Carli sono rimasti chiusi in segno di lutto.

L’omelia di Don Roberto: nel Natale di Giulia

“Osservo il sorgere del sole e penso a te, cara Giulia. No, non è questo il giorno del tramonto della tua difficile avventura su questa terra. È, invece, l’inizio di un nuovo giorno, la cui luce vince le tenebre, e tu risorgi in tutta la tua luminosa bellezza di figlia di Dio. Noi, allora, non siamo qui per far memoria della tragedia che ti ha colpito ed ha colpito i tuoi cari e tutti noi, ma ci siamo riuniti per dirti il tanto bene che ti vogliamo, per pregare che non succeda più a nessuna ciò che è capitato a te e per affidarti al Dio dell’Amore e della Vita, come figlia amata e benedetta. E con te supplichiamo il nostro Dio perché ci avvolga con il suo perdono e la sua tenerezza e, come avviene pe te in questo giorno, così, anche in tutti noi, ci sia pace. 

Cari mamma Oriana e papà Adriano, cara sorella Valentina, nipoti, parenti, amici e amiche tutte che avete voluto bene a Giulia, non ho parole umane che possono confortare o anche solo lenire la sofferenza che abita i vostri cuori. La morte è per noi il più grande enigma, in modo singolare quando giunge in giovane età e in modo misterioso. L’intelligenza cerca una ragione, ma nel riflettere finisce per perdersi. Rimane solo l’abisso del dolore. Ma in questo abisso non c’è solo un infinito vuoto, dal profondo un grido raggiunge il cuore e come un’interminabile eco ripete che chi hai tanto amato e ha tanto amato, non può morire. Non è il nulla l’ultima spiaggia. E la fede, attingendo alla Parola di Dio, da ragione al cuore. Siamo tutti nati dall’Amore di Dio e a Lui ritorniamo. Ce lo assicura un Bambino, inviato dal Padre, concepito da Maria per opera dello Spirito Santo. Egli è nato per noi. La sua povertà, la greppia in cui è deposto già richiama il legno della croce dove Egli ci amerà sino alla fine. Nasce a Betlemme, il cui significato è ‘casa del pane’. Avvolto di fasce e tenerezza è deposto da Maria in una mangiatoia dove si recano gli animali per trovare cibo. Un giorno questo Bambino si fare lui stesso Pane da mangiare, per essere in noi, per trasformarci in Lui, perché mangiando di lui la nostra povera vita si trasformi in pienezza di vita, di vita eterna. Dal giorno benedetto della sua nascita e della consegna della sua vita sul Calvario, con il suo sangue, sono stati scritte in maniera indelebile nei nostri cuori le parole perdono e pace e la promessa di eternità. E quel Bambino, ci ricorda Giovanni, è il Verbo di Dio, la vita, la luce vera che illumina ogni uomo e che accolta dà il potere di diventare figlio, figlia di Dio. È una fede antica che ci è stata tramandata da chi ha vissuto con Cristo Gesù e della sua morte e risurrezione è stato testimone.

Scrive l’apostolo Giovanni ai suoi cristiani: “Noi abbiamo udito, veduto, contemplato e toccato con le nostre mani il Verbo, il Signore della vita. E vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e si manifestò a noi, perché siate in comunione con noi e con il Padre e il Figlio suo Gesù Cristo. Vi scriviamo queste cose per la pienezza della nostra gioia”. 

Gesù Risorto, prima di salire al cielo, affermò questa verità, questa promessa di vita eterna, invitando i suoi amici a non turbarsi di fronte alla morte, ma ad avere fede nel Padre suo e in Lui. Rivelando che il suo uscire dal mondo era per preparare a loro e a tutti coloro che avrebbero creduto alla sua Parola, un posto nella casa del Padre. Poi sarebbe venuto a prenderci, perché dove era Lui fossimo anche noi. E indicò la strada per il cielo: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. 

Noi crediamo in te Gesù, alla tua Parola, perché per noi sei nato in povertà, sei morto e risorto, perché ci hai amato sino alla fine. Noi crediamo che sei la vita e che la tua vita è la luce che illumina ogni uomo e che ha il potere di fare di noi dei figli di Dio. 

Per questa fede siamo certi che tu oggi, Giulia, risplendi di luce divina e, come figlia amata e benedetta, sei accolta nel caldo abbraccio del Padre tuo e nostro. Egli asciugherà le tue lacrime e le ferite, che ti sono state inferte dalla vita, diverranno feritoie da cui scaturiranno raggi divini. Raggi che scenderanno a riscaldare i cuori di mamma, papà, sorella, dei tuoi amatissimi nipoti e anche i nostri cuori per indicarci, ogni giorno di vita, la strada del cielo, dove ti ritroveremo in tutta la tua bellezza e la sua grazia.

Cara Giulia, così noi ti pensiamo e sappiamo di non essere degli illusi perché ci è stato donato un bambino che è Figlio dell’Altissimo. Egli ha attraversato tutta la nostra storia, ha preso su di se ogni nostra sofferenza e fragilità e sulla Croce ci ha donato la sua vita perché nessuno di noi vada perduto. La tua vita, amata Giulia, era ricca di semi di bontà, generosità, di vita eterna. Oggi questi semi muoiono con te sotto terra e la aprono, vincono le tenebre della morte, germogliano, annuncio del tuo Natale, della vita nuova che ti attende. Disse Gesù: “Se il chicco di grano non muore non produce frutto”. È il miracolo della Croce: la morte annuncia la vita, la terra si apre al cielo, e tu cara Giulia consegni a nostro Signore la tua giovane età perché egli la trasformi in perenne giovinezza e gli consegni i tuoi occhi pieni di luce e il tuo cuore di una sensibilità unica, ricco di gesti generosi e di tante opere buone che per sua grazia hai compiuto. E metti nelle sue mani i tuoi tanti desideri di bene e speranze non realizzati che egli ora porterà a compimento. E, più ancora, gli affidi le tue fragilità, i tuoi silenzi, le tue cadute e la caparbietà del tuo continuo impegno per rialzarti, le tue infinite lacrime, che il Signore trasformerà in perle preziose e che bagnate dal suo sangue risplenderanno di una luce così intensa da formare un incredibile arcobaleno che unirà di splendore divino il cielo e la terra. 

Noi in questo giorno del tuo passaggio dalla terra al cielo ti affidiamo a Maria. Lei che, come mamma, con infinita dolcezza ha avvolto in fasce il suo bambino e con uguale infinita tenerezza ha accolto il corpo di suo Figlio deposto dalla Croce, ora, con la stessa tenerezza accoglie te, ti prende per mano e ti accompagna da suo Figlio e dal Padre suo e nostro. Entrerai alla festa preparata dal Padre per tutti gli amici e le amiche di suo Figlio che molto hanno amato. Troverai tante persone care. Sarà festa grande. Finiranno paura e tristezza. Sarà per sempre il tuo Natale. Nella gioia e nella pace dei figli di Dio. Ti rimarrà un solo compito: attingere amore dal cuore di Dio per riversarlo ogni giorno su mamma Oriana e papà Adriano, su Valentina e i tuoi nipoti, su tutti i tuoi familiari e su tutti coloro che, insieme ai tuoi cari, ti hanno aiutata senza stancarsi a risalire il ripido sentiero della tua vita. Riserva un po’ d’amore anche per noi che ti abbiamo conosciuto e voluto bene, insieme al tuo perdono, perché non sempre abbiamo saputo esserti vicini e capire il tuo dolore, così che ci sia dato di partecipare un giorno con te alla festa della vita. Ti sarà dato anche di attingere dalla Croce gocce di misericordia per riversarle su cuori e anime ammalati e su chi ti ha fatto del male perché possano guarire. Buon Natale in cielo, carissima amica e sorella Giulia. Risplendi da lassù per tutti noi come stella luminosa ad indicarci le vie dell’amore e della pace.”

Funerale Giulia Rigon

Il ricordo della famiglia

Cara Giulia,
Che dire? Siamo cresciute insieme e poi si sa: i cugini sono i primi amici no?!
Quante ne abbiamo fatte! Non basterebbe un libro per elencarle tutte!
Sono qua ad Asiago e mi sono venute in mente così tante cose di te… ieri sparecchiando mi sono ricordata che da piccola ti pulivi sempre la bocca con il bordo della tovaglia! Mi è venuto in mente che andavi matta per i toast e li farcivi con un barattolo di verdurine miste sott’olio! Mi ricordo che amavi la coppa del nonno… che ti mangiavi le pellicine delle unghie e che avevi quasi sempre le mani screpolate!
Ti ricordi dei pomeriggi passati a giocare a casa di mia nonna con lei che ci sgridava dicendo di non urlare?
Ti ricordi delle ore passate nel granaio di mio nonno a giocare sull’altalena? E di quella volta che ci siamo chiuse dentro e mia mamma è dovuta passare dalla finestra per venire ad aprirci? Che spavento!!
A casa tua le sedie diventavano cavalli e noi prode cavallerizze alla conquista del far west!
In estate il ciliegio nel giardino di mio zio diventava un’astronave sulla quale ci arrampicavamo come scimmie e guai a metter i piedi per terra!
Andavamo anche a cavallo, ti ricordi? Quelli veri però!
E quella volta che abbiamo avuto quella fantastica idea di salire in cima all’ossario, metterci i rollers e scendere giù? Solo che tu hai avuto l’intelligenza di scendere piano piano ed io sono andata giù a rotta di collo, arrivata quasi in fondo non sapendo come frenare mi son buttata a terra e aperta tutto il ginocchio! Siamo tornate a casa tua e tua sorella mi ha medicato dicendoci che era stata proprio una pessima idea! Che matte!
E poi d’inverno sul bob e a giocare nella neve!
La passione comune per gli animali, ti ricordi del mio coniglio Pippo? Poverino giocando lo abbiamo anche azzoppato! Portavamo a spasso la Sara, poi è arrivata anche Eva. Mi ricordo che tu volevi tanto un Bovaro Bersene, un cane enorme!! Poi invece per fortuna hai preso Merlino e l’Alba!
Ti ricordi la prima volta che sei venuta a Bruxelles? Avevamo 11 o 12 anni, Eva aveva forse 6 mesi e le avevamo fatta una torta con carne e biscotti per cani per il suo mesiversario!
Ti ricordi della nostra fase “cinema”, ci andavamo sempre, tutti i giorni, ma prima facevamo scorte di patatine e schifezze varie nel negozio dei tuoi e nascondevamo tutto in uno zainetto! Siamo sempre state delle golosone tutte e due! C’è stato anche un periodo che andavamo sempre a mangiare il gelato vicino alla chiesa! Prendevamo questo gelato industriale metà panna, metà cioccolato, io sempre con il coulis di nutella e tu sempre con la glassa di cioccolato!
Poi siamo cresciute… ed eccoci adolescenti! È con te che sono uscita le prime volte di sera, è con te che ho bevuto le prime birre… Quante serate passate insieme tra un bar e l’altro!
Sei venuta a Bruxelles per i miei 18 anni, come ci siamo divertiti quella volta!
Sei venuta persino a trovarmi a Roma, non te l’ho mai detto ma se non fosse stato per te, non avrei mai conosciuto Alessio! Non ti ho mai ringraziata…
Negli ultimi anni ci siamo viste di meno ma ricordo con gioia le nostre colazioni al bar cappuccio e brioches e le passeggiate con Alba passate a chiacchierare del più e del meno, delle nostre vite, dei nostri progetti futuri…
L’unica magra consolazione è che tutti questi bei ricordi rimarranno per sempre nel mio cuore, insieme a te.
Ora stai bene, nessuno ti farà mai più del male. Sei diventata una stella che brilla nel cielo e ci guarda da lassù.

Ti Voglio Bene Giulia, Cuginetta Mia 

Cara Giuli,
sorellina mia,
io, la mamma e il papà, sappiamo bene che la vita, fin da quando eri solo una bambina, ti ha riservato una strada in salita.
Ti sei dovuta scontrare presto con delle difficoltà che ti hanno impedito di vivere la vita con spensieratezza e lentamente le chiacchiere leggere, di una ragazzina che ha tutta la vita davanti a sé, si sono trasformate in lunghi silenzi; il tuo sguardo si è spento, diventando a tratti cupo, a tratti vuoto; la gioia di vivere ha lasciato il posto alla malinconia. 
Sono stati anni difficili, durante i quali i momenti speciali, quelli in cui tornavi a sorridere, cedevano il passo a improvvise ricadute. Ma tu, testarda e caparbia, ti sei sempre rialzata.
Sappiamo bene quanto per te sia stata sofferta la scelta di allontanarti da casa per intraprendere un percorso verso il cambiamento; quanto sia stato ripido il sentiero che hai affrontato con coraggio, a piccoli passi, con l’aiuto di molte persone generose. E quando, con pazienza, aiutata da chi ti voleva bene, hai ritrovato la serenità, sentendoti pronta al lavoro e alla vita che finalmente sembrava sorriderti, eri al settimo cielo e, con te, lo eravamo noi tutti!
È così che vogliamo ricordarti Giulia, con gli occhi pieni di luce ed il sorriso dolce di quest’estate. 
Un’estate bella, durante la quale hai riempito i nostri cuori di sorrisi. 
Quei sorrisi dolcissimi che custodiremo per sempre nei nostri cuori.

Valentina, mamma e papà

Cara Giulia, 
in questo momento di dolore per noi tutti, ripenso a te, a quando sei venuta al mondo…
Sei l’ultima nata della famiglia, la cugina più piccola e, per questo, la coccola dei nonni, del nonno Nico, in particolare.
Mi ricordo le giornate che io e Valentina trascorrevamo con te a Bertigo, a casa della nonna Caterina, che con amore ti accudiva e ti riservava le sue cure… 
Crescendo sei diventata una bellissima ragazza, con il tipico carattere che contraddistingue noi Ghetti: introversa, riservata, un po’ schiva e fragile nelle tue insicurezze, ma certamente testarda e tenace. Una tenacia che ti ha permesso sempre di rialzarti e di superare anche i momenti difficili.
Porterò nel cuore i tuoi occhi brillanti, felici di quest’estate, quando il sabato mattina, dopo aver finito il turno di lavoro a Bassano, raggiungevi Asiago e parcheggiavi l’auto sotto casa dei miei per stare con la tua famiglia e con i tuoi nipotini che tanto ami.
Porterò nel cuore la tua risata buffa che metteva allegria, mentre al parco Millepini, da brava zia, rincorrevi Caterina da una giostrina all’altra.
Ma il tuo sorriso sarà per me il ricordo più bello! 
È questo il ricordo che voglio avere di te: ragazza buona, altruista, perché questo tu sei per chi ti conosceva, occhi lucenti, speranzosi, sorriso sempre disponibile, persona capace di amare e che stava bene in famiglia… 
…Questo di te porterò nel cuore..

Cara Giulia,
in questi giorni troppi pensieri affollano la mente, troppe cose ci sarebbero da dire…
Lo sgomento, il dolore, la commozione e la rabbia prendono il sopravvento e ci impediscono di trovare le parole giuste per un ultimo saluto. Per questo, come eri solita fare anche tu nei momenti difficili, ci siamo aggrappati alla musica, perché la musica ha il potere di comunicare con intensità quei sentimenti che noi oggi non riusciamo a tradurre in parole.
In una canzone in particolare ti abbiamo ritrovata e riabbracciata, ed è a questo brano che vogliamo lasciare il compito di esprimere i nostri ricordi e le nostre emozioni. Ciao Giulia, che il viaggio sia per te leggero come una piuma e in pace.

I tuoi cugini


Un minuto di silenzio per Giulia Rigon al Consiglio comunale. Oggi i funerali

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