Il 27 febbraio escursione del progetto Winter Go Slow a Cima Mandriolo

Sarà Cima Mandriolo la meta dell’escursione organizzata da Montagne e Solidarietà con gli Escursionisti Storico Umanitari in programma domenica 27 febbraio.

La partenza alle ore 9 dall’Osteria del Termine, sulla strada per Passo Vezzena, poi la salita con ciaspole per 13 chilometri con 550 metri di dislivello, seguendo l’antica linea di confine tra impero austroungarico e regno d’Italia immersi nel paesaggio. Dalla Cima si scenderà poi per il sentiero CAI 205 a Porta Manazzo e a Malga Campo Mandriolo, dove, oltre a gustare il vin brûlé offerto da Zeudi Pozza e Vitor Pereira, nuovi gestori della malga (aperta al pubblico dal 1 maggio) si parlerà di un nuovo modello di turismo più sostenibile, di cui cambiamenti climatici e nuove tendenze fanno sentire l’esigenza e l’urgenza.

Interverranno Andrea Cunico, del gruppo promotore del marchio d’area, Cristina Guarda, consigliere regionale e attivista ambientale, Pietro Lacasella, gestore del blog Alto Rilievo-Voci di Montagna, Emanuele Munari, sindaco di Gallio comune proprietario della malga, Enrico Pollini, tra gli organizzatori di Ultrabericus Trail e Trans d’Havet, Giacomo Possamai, consigliere regionale, Giorgio Spiller, artista e scrittore, Tarcisio Ziliotto, referente FIE e in rappresentanza del CAI.

L’escursione di domenica rientra nel progetto ‘Winter Go SLOW‘, concepito dall’associazione Montagne e Solidarietà proprio con l’intenzione di far conoscere e apprezzare la bellezza oltre che la necessità di un turismo lento e diffuso. Ad esempio durante la precedente escursione in Altopiano a Rotzo lo scorso 13 febbraio i numerosi partecipanti hanno potuto apprezzare l’Ecomuseo Cimbro dei Sette Comuni, una realtà diventata modello da condividere che valorizza la specifica identità storica e paesaggistica della ‘comunità ospitante’ con cui il turista può creare quasi un legame affettivo. L’Altopiano dei Sette Comuni può vantare un patrimonio naturale e una storia ultramillenaria, con siti archeologici di pregio spesso ignorati dagli stessi abitanti. L’eredità della cultura Cimbra, per sette secoli predominante, sopravvive seppure a fatica, ad esempio nelle strade fiancheggiate da ‘stoan platten’ e nella toponomastica, anche se nella proposta turistica in voga si è preferito dare visibilità e rilievo alle tracce delle due catastrofiche guerre del secolo scorso. Si tratta di un territorio estremamente adatto a un turismo SLOW, dove la mobilità dolce non è solo una formula.

La locandina

C. stampa

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