Turismo: a scuola di buone pratiche di accoglienza in malga

Le malghe sempre più al centro dell'offerta turistica con la candidatura a patrimonio dell'Unesco

La via delle malghe

Si è svolto mercoledì scorso ad Asiago nella sede dell’Unione Montana un incontro di formazione e confronto tra malghesi dell’Altopiano e i gestori della trentina Malga Fratte, sull’Altopiano di Vezzena, che si inserisce nel progetto territoriale La via delle malghe avviato dall’Unione Montana con il fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale.

Oggetto dell’appuntamento, il racconto dell’esperienza più che positiva vissuta dal gestore di Malga Fratte, che si è trasformato anche in un corso di formazione per i numerosi malghesi dell’Altopiano presenti e in un momento di confronto costruttivo. “Un incontro che ha registrato grande partecipazione da parte dei soggetti gestori delle malghe dell’Altopiano e nel corso del quale è stato possibile confrontarsi sulle varie metodologie di lavoro e sulle esigenze e le criticità esistenti – commenta Diego Rigoni, vicepresidente dell’Unione MontanaDieci anni fa sarebbe stato impensabile ottenere un risultato simile. Oggi invece le malghe, gli agriturismi e il mondo agricolo in generale dimostrano tanta voglia di essere parte integrante della proposta turistica e dell’accoglienza del territorio, all’interno di un progetto condiviso tra le varie categorie. Questo è il segreto del successo degli ultimi progetti portati avanti: coinvolgere tutti i soggetti portatori di interesse e avanzare uniti.”

Il prossimo passo per quanto riguarda le malghe sarà l’ottenimento della certificazione biologica dei pascoli, dove capofila sarà non più il Biodistretto ma l’Unione Montana, e che richiederà la creazione di un database contenente tutti i dati e le criticità riguardanti le malghe. La proposta avanzata dall’assessore Nicola Lobbia nel corso dell’incontro è di fondare una sorta di associazione dei malghesi, che potranno così interagire con le pubbliche amministrazioni per la risoluzione dei problemi esistenti. “Lo sfondo di tutte queste azioni è l’economia: si parla di territorio, di occupazione, di produzione di reddito e solo così facendo si riesce a trattenere qui la nostra gente, costruendo il futuro dell’Altopiano, precisa Rigoni.

Nel frattempo l’Unione Montana è al lavoro anche per quanto riguarda la candidatura delle malghe dell’Altopiano a patrimonio dell’Unesco, un progetto che è già stato discusso nelle stanze della Regione del Veneto e che ha trovato l’approvazione del governatore Luca Zaia. “Il contributo messo a disposizione dalla Regione, assieme al co-finanziamento da parte dei Comuni, ci ha permesso di conferire ad un’azienda specializzata l’incarico di realizzare uno studio in merito alle necessità del territorio. La relazione è stata discussa con tutti i soggetti aderenti al progetto ed è appena stata presentata in Regione”, spiega Diego Rigoni.
La deadline per trovare i finanziamenti necessari alla concretizzazione della candidatura, la cui somma non è ancora nota, è fissata per ottobre, quando si dovrà decidere anche quale tipo di percorso intraprendere.

Obiettivo di queste azioni, trasformare l’Altopiano in una destinazione turistica green, come spiega il vicepresidente Rigoni: “L’idea è far proseguire il percorso a lungo termine iniziato già da diverso tempo con l’Unione Montana e tutti i Sindaci per creare un Altopiano green e che tocca le tappe dei pascoli biologici delle malghe, dei prati biologici, della valorizzazione delle malghe e dell’approvazione del progetto La Via delle malghe. L’intento è valorizzare tutto il patrimonio presente sul territorio, lavorando sulla sostenibilità e sull’innovazione per essere sempre al passo coi tempi, affinché le nostre aziende possano essere competitive anche all’interno dei nuovi mercati. Una filosofia green che si basa di fatto sul potenziale dell’enorme patrimonio forestale dell’Altopiano e che mira ad attirare tutti quegli utenti sensibili al tema.”

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