In Veneto chi amministra è profeta in patria

Sia il Presidente Luca Zaia sia il Sindaco Luigi Brugnaro mantengono saldo il proprio consenso maturato alle elezioni: sono, nel rispettivo ruolo, i più apprezzati d'Italia. Gli altri Sindaci del Veneto faticano.

Zaia, Zaia, Zaia! Non sia preso come un osanna, ma questa è la sintesi estrema quanto all’indice di gradimento per i Presidenti di Regione degli ultimi 12 (sì, dodici) anni: un nome solo al comando, sempre, Luca Zaia. Da quando si è insediato Presidente di Regione ha sempre guidato saldamente la classifica.

La ricerca “Governance Poll 2022” guarda anche ai Sindaci dei Comuni Capoluogo di Provincia: il Veneto fa cappotto! È Luigi Brugnaro il Sindaco più apprezzato d’Italia.

È sempre interessante osservare -senza prenderli come la Bibbia- i rilevamenti e i sondaggi degli indici di gradimento dei politici che rivestono ruoli amministrativi e di governo locali che ogni anno l’agenzia Noto Sondaggi svolge per il Sole 24 ore.

Andiamo con ordine, partiamo dai Presidenti di Regione.
Luca Zaia venne eletto per la prima volta Presidente di Regione Veneto nel 2010 con un solido 60%: da allora tutti i sondaggio lo hanno sempre dato saldamente al comando della classifica dei Presidenti di Regione più apprezzati d’Italia. Confermato nel 2015 col 50%, è stato poi acclamato pressoché a furor di popolo nel 2020 con un consistente 76%. Se è pur vero che quindi i dati riferiti a Zaia registrano una flessione di -6 punti percentuali rispetto al voto del 2020 e di -4 punti rispetto al sondaggio dello scorso anno, egli resta saldamente in testa con un apprezzamento finale al 70%.

Dopo di lui il Presidente di Regione Friuli – Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, come Zaia esponente di primo piano nazionale della Lega, stimato al 68%, recuperando 9 punti rispetto al sondaggio dello scorso anno e addirittura quasi 11 punti in più rispetto alle elezioni del 2018. Per Fedriga un segnale incoraggiante visto che nel 2023 Regione Friuli – Venezia Giulia andrà al voto proprio per il rinnovo della Presidenza, della Giunta e del Consiglio Regionale.

Sul gradino più basso del podio della ricerca “Governance 2022” troviamo il Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, esponente di spicco del Partito Democratico, che si attesta a un rispettabile 65%. Ancora più onorevole è il dato dell’aumento personale di apprezzamento oggi rispetto al momento della sua elezione nel 2020: +13,6%, è il maggior scarto positivo registrato dalla ricerca.

Utile segnalare che Giovanni Toti, Presidente di Regione Liguria, si attesta ad un altrettanto rispettabile 61%, corrispondente a quasi 5 punti in più rispetto sia al momento dell’elezione (settembre 2020) sia alla rilevazione dello scorso anno, pressoché sovrapponibili.

Da registrare anche l’ottima performance di Nello Musumeci, Presidente di Regione Sicilia: sebbene col suo consenso stimato al 50% sia a metà classifica, questo risultato è da evidenziare perché segna un +10% (terzo per incremento) rispetto al dato conseguito alle elezioni regionali del 2017, e che potrebbe esser una carta in più per sostenere la propria candidatura alla Presidenza della Regione che andrà a rinnovarsi verso fine di quest’anno.

In fondo alla classifica anche noti Presidenti di Regione, a seconda del parametro che utilizziamo la cosa fa più o diverso rumore.
Quanto all’apprezzamento in senso stretto podio al contrario è occupato da: Donato Toma (Forza Italia), Regione Molise, fermo al 35%; Nicola Zingaretti (Partito Democratico), Regione Lazio, appena sopra al 37%; Christian Solinas (Partito Sardo d’Azione-Lega Nord), al 39,5%.
Quanto alla perdita di consenso rispetto al momento della propria elezione, primeggiano questa due nomi non sconosciuti: Donatella Tesei (Lega), Presidente Umbria, che registra un netto -13,05% rispetto a quando è stata eletta nel 2019; e sorprendentemente Vincenzo De Luca (Partito Democratico), Presidente Campania, che rispetto alle elezioni del 2020 perde più di 10 punti percentuali di apprezzamento. Attenzione però, perché De Luca resta al 58% di apprezzamento: fu travolgente d’altronde la sua affermazione, con quasi 70% di consensi. Poeticamente “lo Zaia del Sud”.

Passiamo quindi alla classifica dei Sindaci dei Comuni Capoluogo di Provincia.
Ormai con poca suspense, esplicitiamo l’alto apprezzamento per Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia, da parte dei propri concittadini: 65%; ed è rimarchevole anche l’aumento rispetto al momento dell’elezione: +10,9%.

E voi sapete chi è Marco Fioravanti? Oppure sapete chi è il Sindaco di Ascoli Piceno? Ecco, ora sì, ed ha registrato un altissimo 64% di apprezzamento. Che sorpresa!

Al terzo posto Antonio Decaro, Sindaco di Bari, con un ragguardevole 62%.

Tondo tondo al 60% il Sindaco di Milano, Beppe Sala.

Diamo uno sguardo veloce ai Sindaci dei Comuni Capoluogo delle Province del Veneto. Sappiamo che ben 3 su 7 sono appena andati al voto: Verona, Padova e Belluno. Dei restanti 4, 3 sono sopra al 50%: Luigi Brugnaro (Venezia, 65%), Mario Conte (Treviso, 54%), Francesco Rucco (Vicenza, 53,5%), mentre Edoardo Gaffeo (Rovigo) si ferma al 46%.

Da segnalare -confermando che i sondaggi non sono la Bibbia ma solo una indicazione- è che la ricerca dava su Verona e Padova risultati smentiti alle recentissime elezioni: il Sindaco uscente di Verona, Federico Sboarina, in flessione ma pur sempre al 52% di gradimento, eppure è stato battuto alle elezioni da Damiano Tommasi; il Sindaco uscente di Padova, riconfermato, invece era per la ricerca fermo al 47%.

Difficile tirare delle conclusioni che siano valevole e solide per tutti e ciascuno dei Presidenti e Sindaci, a fronte sia della loro nomina e quindi scadenza alla spicciolata, nonché i differenti momenti in cui sono stati eletti, e ancora considerando la differenza che per forza di cose esiste da contesto a contesto. Possiamo allora semplicemente azzardarne qualcuna, con beneficio del dubbio e riconoscimento di azzardo.

Scorrendo l’articolo e i primi posti nelle classifiche, a maggior ragione per i Presidenti di Regione, in vetta stanno persone note, il cui nome si sente e si è sentito spesso ripetere sui giornali e in televisione: sono persone con una visibilità personale elevata, e questo elemento certamente contribuisce sempre. Inoltre, sono anche persone che rivestono e assommano su di sé diverse cariche, conferendo ciò loro sia una sorta di riconoscimento implicito di valore sia ulteriore occasione di visibilità.

Prendendoli uno per uno. Luca Zaia è stato più volte nel corso degli anni ed è tuttora additato quale leader alternativo (prima a Bossi e ora) a Salvini nella Lega. Similmente potrebbe dirsi ora per Massimiliano Fedriga, che peraltro da poco e in piena pandemia si trova a rivestire il ruolo di Presidente della Conferenza dei Presidenti di Regione. Ruolo che allora forse non casualmente era rivestito sino ad un momento prima da Stefano Bonaccini, la cui acclamata guida della propria Regione certamente non da poco ha contribuito e sta contribuendo ad accreditarlo quale possibile leader di domani del Partito Democratico.
Il dato di Vincenzo De Luca però in parte smentirebbe le argomentazioni proposte…se non fosse che forse sia da qualche tempo si è un po’ perso dai radar, sia che la persona è di quelle che “o la ami o la odi”.

Considerando i Sindaci,  il discorso pare reggere similmente. Antonio De Caro è Presidente dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), ruolo che gli conferisce maggiore visibilità che ai propri colleghi, anche dato il momento storico e la conclusasi -speriamo!- fase di emergenza da pandemia. Certamente Luigi Brugnaro, oltre che per la personalità, gode di maggiore visibilità dovuta al fatto di esser leader di “Coraggio Italia”, gruppo parlamentare che ha contato non poco anche nell’elezione del Capo dello Stato di inizio anno. Infine, Beppe Sala, sebbene non rivesta incarichi formali di partito (ha aderito ad Europa Verde), gode di una visibilità incomparabile rispetto a qualsiasi altro Sindaco -forse solo Roma come Milano- visto la Città che guida, nonché le aspettative che genera nel campo progressista -forse più qualche tempo fa-, al pari di Bonaccini.
Anche in questo caso esiste l’eccezione: il citato Sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti.

Che dire quindi?

Questo studio è certamente ben svolto ed affidabile: 78 i Comuni capoluogo di Provincia studiati, ove sono stati sondaggiate 600 persone; 18 le Regioni studiate, con una numerosità campionaria di 1000 persone; nel complesso disaggregati per sesso, età ed area di residenza. (Può suonare un bacino ridotto, ma gli studi dimostrano che è eccome sufficiente).

Il dato della visibilità personale, evidentemente anche a livello e contesto territoriale, ha un suo notevole peso ai fini del conseguimento di un voto altamente positivo.
Ma ciò comunque non basta per ottenere un apprezzamento reale presso la popolazione che si governa o amministra, ragion per cui i sondaggi e gli studi sono eccome da tenere in considerazione e in giusto peso, ma non sono certo affidabili quanto le vere elezioni.
E magari, ogni tanto, dei sondaggi così come delle elezioni, teniamo in conto anche il dato “non si esprime” e l’astensionismo: potrebbe essere una nuova buona norma di comportamento da darsi. Peccato sia sempre così poco citato.

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