Lobbia sulla norma regionale per le malghe: “Interpellare tecnici e non politicizzare il tema”

Malghe Altopiano Sette Comuni - progetto gestione Nicola Lobbia Asiago

All’indomani della visita da parte dei tecnici della Regione del Veneto Simone Bertin ed Elena Zangrando, che hanno voluto toccare con mano i primi effetti del nuovo bando di affidamento delle malghe nel territorio di Gallio, emerge un nuovo punto di vista espresso dall’assessore al turismo di Asiago, Nicola Lobbia.

Secondo Lobbia, sarebbe utile una normativa che regolamenti la gestione delle malghe pubbliche, se però supportata nella sua stesura dal coinvolgimento di tecnici di oggi e di ieri, competenti per quanto riguarda il territorio e il valore del patrimonio malghivo per l’altopiano: “Ben venga una legge per regolamentare le malghe pubbliche, anche se quello che servirebbe in senso allargato sarebbe una vera e propria legge sulla tematiche della gestione della montagna. La Regione Veneto potrà contare sulle competenza di professionisti e di tecnici esperti che, senza politicizzare la delicatissima questione, sapranno mettersi a servizio dei funzionari regionali per redigere assieme una legge che sia più chiara e giusta possibile, in grado di tutelare le persone e l’attività produttiva stessa della malga senza snaturare questo elemento identitario, rischiando di ridurlo a semplice fattoria didattica o, peggio, ad agriturismo”, spiega l’assessore.

Un invito esplicito a non fermarsi all’analisi della situazione odierna, ma a considerare l’iter storico percorso fino ad oggi e le varie sfaccettature che caratterizzano il mondo dell’alpeggio e della vita in malga: “La Regione Veneto potrà avvalersi dell’esperienza maturata dalla nostra comunità nel corso degli anni e, attraverso la consultazione dei tecnici del presente e del passato, potrà stendere un documento utile al perfezionamento di questa legge. Dal mio punto di vista, niente di male partire dall’ultima esperienza delle malghe che sono andate in scadenza per prime, quali quelle di Gallio, anche se a mio avviso va prestata molta attenzione sulla questione delle prelazioni. Per me è un errore inserire il criterio dell’età per la prelazione della malga – precisa Lobbia – Partiamo dal concetto che le malghe fanno parte del patrimonio collettivo gravato da uso civico e non appartengono né ai Comuni né ai conduttori, ma agli antichi abitatori e il frutto derivante dalle attività in malga ha un triplice valore: quello legato alla rendita della lavorazione diretta che va a beneficio del conduttore, quello derivante dal gettito del canone che va nelle casse comunali e serve, assieme all’introito della vendita di legname, a provvedere al mantenimento del patrimonio malghivo e forestale e a finanziare le attività legate alle fasce deboli della popolazione, assumendone valore sociale. Infine, un terzo valore, quello percepito dall’intera comunità e derivante dalla buona o cattiva immagine che questo patrimonio esprime in termini di promozione e valorizzazione territoriale”.

Da ultimo, Nicola Lobbia esprime nel dettaglio le proprie perplessità in merito ai nuovi criteri di assegnazione delle malghe, alla base della legge regionale in fase di creazione: “Per ottenere il massimo da queste proprietà collettive bisogna obbligatoriamente fissare degli standard qualitativi e criteri di gestione che permettano alla malga di raggiungere importanti risultati sia economici che gestionali, di continuo miglioramento infrastrutturale e paesaggistico legato alla cura e al mantenimento dell’equilibrio dei pascoli, di contenimento del bosco e di tutte le migliorie utili ad elevare sempre più gli standard qualitativi. Pertanto se il sacrosanto diritto di prelazione deve essere in qualche modo messo in discussione lo si metta, ponendo attenzione sul merito di gestione e non sull’età! Se il malghese viene meno agli impegni assunti nel contratto, ovviamente verrà multato e, ipoteticamente, la perdita del diritto di prelazione potrebbe applicarsi qualora si sommino più violazioni contrattuali nell’arco degli anni. Invito quindi la Regione Veneto ad un confronto diretto con i tecnici del presente e del passato, proprio per analizzare scrupolosamente fino in fondo le diverse problematiche della gestione delle malghe”.


Da Gallio nasce un disegno di legge sul patrimonio delle malghe pubbliche

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