La squadra parlamentare del Centrosinistra

Non è mica vero che l'opposizione non tocca palla! Anzi, avere buone squadre parlamentari, magari con “capitani” scaltri e pronti, può ostacolare se non addirittura bloccare e far crollare l'azione del Governo

La partita delle Presidenze delle due Camere vede le prime nette ed inconfutabili sconfitte per le opposizioni tutte. Le persone elette al Senato (Ignazio La Russa) e alla Camera (Lorenzo Fontana) hanno un portato politico estrinseco potentissimo, che segna un fossato profondissimo tra la maggioranza e le opposizioni tutte, poiché le dichiarazioni (più o meno recenti) di entrambi sono tra le più distanti tra quelle del centrodestra con le posizioni di ogni singola forza di opposizione.
Peraltro, le differenti strategie adottate nelle due Camere dalle opposizioni sono state decisamente fallimentari.
Alla Camera invece di proporre un nome unitario ogni forza ha scelto un proprio candidato di bandiera. Scelta impulsiva e più che altro conseguente allo sfacelo accaduto al Senato, e sia chiaro: non per la persona eletta (il giudizio è sì pessimo, ma solo per le opposizioni, mentre per la maggioranza è ottimo), ma per la mancanza di una alternativa unitaria posta in campo dalle opposizioni. E così non solo in molti hanno votato scheda bianca, ma alcuni hanno per forza di cose perfino votato Ignazio La Russa alla Presidenza di Palazzo Madama.
Invece che evidenziare la prima spaccatura all’interno della maggioranza (di fatto non ancora) di governo di centrodestra, potendo peraltro far mancare i voti a La Russa per essere eletto (ne avrebbe raccolti probabilmente 99, o comunque meno di 100, cioè meno della metà dell’Aula), le opposizioni sono riuscite non solo a nascondere le spaccature anche in sede istituzionale ma perfino fare la stampella della maggioranza di centrodestra.

Forse che sottobanco siano stati firmati accordi per ruoli e incarichi in Presidenze di Commissioni o simili? Lo scopriremo nei prossimi giorni, nei primi mesi di questa Legislatura, da qui a fine anno.

Dicevamo che, sebbene all’opposizione, i partiti di minoranza (oggi certamente non unitaria, esistendo tre fronti ben distinti e i cui rapporti sono quantomeno tesi, e non solo per la campagna elettorale appena passata, ma per ruggini non più solo recenti) farebbero bene a schierare come Capigruppo persone sia di esperienza sia di abile guizzo poiché la vita parlamentare sa anche essere una palude, un terreno scivoloso ed insidioso, e tendere trappole come agguati (foss’anche comparendo da sotto la sabbia per segnare un goal tanto inaspettato quanto soprendente e spettacolare) è una qualità innata oggi quanto mai necessaria per sperare di ottenere risultati in in questo Parlamento.

Sì, perché in Parlamento la maggioranza ha numeri solidi in entrambe le Camere: 235 deputati su 400 a Montecitorio, e 115 senatori su 200 a Palazzo Madama).
La coalizione di centrosinistra (Partito Democratico, Sinistra Italiana/Europa Verde e Più Europa) conta su un totale di 79 deputati e 41 senatori; il Movimento 5 Stelle conta 51 deputati (4° gruppo) e  28 senatori; la federazione tra Azione e Italia Viva conta 21 deputati e 9 senatori.
Andiamo quindi a vedere chi sono i “capitani” scelti dalle rispettive squadre.

Il Partito Democratico con 65 deputati (lo stesso numero della Lega) e 37 senatori (8 in più della Lega) è il secondo gruppo parlamentare, (ma con un distacco significativo da Fratelli d’Italia che ha 118 deputati e 66 senatori), ed ha scelto di confermare le proprie due (ultime, da primavera 2021) Capogruppo uscenti: Simona Flavia Malpezzi al Senato e Debora Serracchiani alla Camera. Se non altro è l’unico gruppo che ha scelto in entrambe le Camere due Capogruppo donne.

Le altre due componenti del centrosinistra non hanno numeri sufficienti per costituire propri gruppi parlamentari, meno che mai alla Camera, il cui Regolamento deve ancora essere aggiornato alla modifica dettata dall’esito positivo del referedum costituzionale di settembre 2020 che portava il taglio del numero dei parlamentari: se al Senato (dove il Regolamento è stato aggiornato) servono 6 membri per costituire un Gruppo, alla Camera ancora ne servono 20.

E così Sinistra Italiana/Europa Verde entrando nel Gruppo Misto è riuscita a farne eleggere Presidente il proprio senatore Peppe De Cristofaro (1 dei 4), mentre alla Camera pur con 12 Deputati (che dovrebbe per analogia col Regolamento del Senato essere proprio la soglia minima di costituzione) si attendono aggiornamenti o se mai decisioni provvisorie concesse dal Presidente della Camera stessa Lorenzo Fontana (se non altro seguendo la prassi della “mozione La Malfa”, quella secondo cui ha dignità di costituirsi a Gruppo, a prescindere dal numero effettivo dei richiedenti, quella componente parlamentare espressione diretta di una lista presentatasi alle ultime elezioni svoltesi).

Più Europa, che ha ottenuto solamente 2 deputati (Benedetto Della Vedova e Riccardo Magi) e nessun senatore (non ce la ha fatta Emma Bonino…chissà se ha da sperare in una nomina vitalizia al Senato), non ha alcuna ambizione di costituire un Gruppo a sé, aderendo quindi al Misto.

Il Movimento 5 Stelle ha operato una conferma e una nuova elezione. Alla Camera Capogruppo è Francesco Silvestri: ha già ricoperto la carica per 4 mesi a fine 2019, divenendo poi Tesoriere del Gruppo, per riassumerla da luglio scorso, allorquando si dimise Daniele Crippa, per aderire ad Impegno Civico di Luigi Di Maio. Unica esperienza la legislatura scorsa alla Camera, appunto. Al Senato i grillini (o forse dovremmo aggiornarci e dire “i contiani”?!) hanno scelto Barbara Floridia, dall’esperienza un poco maggiore rispetto al collega della Camera, se non altro in ambito territoriale. Floridia è senatrice dal 2018, è stata Segretaria del Senato dall’elezione a metà ottobre 2019, per diventare Vice CapoGruppo da allora sino a giugno 2020. Nel Governo Draghi, da febbraio 2021, ha rivestito l’incarico di Sottosegretario all’Istruzione, ideando il progetto “Rigenerazione Scuola”. Come si diceva, nota anche nel proprio territorio (e un pizzico forse anche a livello nazionale), Floridia ha corso (senza successo) nel 2017 come Sindaco a Venetico (ME) e nell’estate scorsa nelle primarie del campo largo progressista per la Presidenza della Regione Sicilia (vinte da Caterina Chinnici).
Riguardo a queste due elezioni aleggia forse ancora qualche interrogativo, visto il Regolamento ad hoc che il Gruppo del Movimento 5 Stelle (ma parliamo di una altra stagione, altri leader e altri numeri del Gruppo) che così reca: “Il mandato del Presidente [del Gruppo, ndr] in carica al principio della Legislatura ha la durata di diciotto mesi. Successivamente la medesima carica ha la durata di dodici mesi. Il Presidente può essere revocato dal Capo Politico del “MoVimento 5 Stelle” (articolo 5, comma 2). Verrà confermata questa regola? Nuova Legislatura, nuovi Gruppi…nuove regole? Quella del doppio mandato è costata carissima alla componente “dimaiana”, e quindi si suppone eguale rigore nella fedeltà ai principi storici (vabbè, fino ad un certo punto) del MoVimento.

I Gruppi espressione della lista federativa Azione/Italia Viva hanno per così dire scelto di spartirsi le due Presidenze, e così alla Camera guiderà il Gruppo Matteo Richetti, primo socio e fondatore di Azione assieme a Carlo Calenda (Richetti avversario, ere politiche fa, di quel Stefano Bonaccini,  per la candidatura a Presidente dell’Emilia-Romagna per il centrosinistra, prossimo futuribile e probabile leader del Partito Democratico), mentre al Senato la fedelissima di Matteo Renzi, la spezzina Raffella Paita.
Paita fu già Assessora e Consigliera Regionale in Liguria, ove o è osannata dai suoi o odiata dal resto del centrosinistra che le imputa “la madre di tutte le sconfitte” ovvero le Elezioni Regionali del 2015, cui seguirono i capitomboli a Savona, Spezia e Genova e il suo senso non sembra ancora invertito…Pardon! Il senso non è invertito per “il resto del centrosinistra”, ma per Italia Viva ed Azione sì, eccome, visto che, sebbene senza simboli ma con propri esponenti nelle fila delle liste civiche di Marco Bucci, hanno fatto parte della riconferma dell’uscente Sindaco di Genova, ed ora hanno un CapoGruppo in Consiglio Comunale, un Consigliere Delegato (in materia di nuovi insediamenti aziendali sul territorio) ed un Assessore Comunale (a Manutenzioni, Decoro Urbano e Centri Storici). Da ultimo si potrebbe ricordare che è storica avversaria nella comune città di origine (La Spezia) sia con Andrea Orlando, uno dei papabili candidati a leader del Partito Democratico, sia con Brando Benifei, di una generazione più giovane, capo delegazione del PD al Parlamento Europeo e vero astro nascente dei dem.

Se non ci sono molti motivi di gioia per le differenti componenti delle opposizioni in questo inizio così sorprendente e per forza di cose duro di Legislatura, la XIX della Repubblica, in generale e soprattutto rispetto alle scelte operate dalla maggioranza, emerge ictu oculi l’attenzione di tutti i Gruppi alla rappresentanza anche femminile, cosa non da poco in quella che è già la Legislatura più al maschile degli ultimi 20 anni a questa parte, con solo il 31% di donne tra le persone elette (quando sappiamo essere la maggioranza del paese).
Sono in totale 4 le CapeGruppo: entrambe 2 per il PD, 1 a testa -entrambe al Senato- per M5S e Azione/Italia Viva.
Un dato di consolazione, ma che almeno in punta di politica stretta riequilibra lo squilibrio rappresentativo e l’onta di non esser stati capaci come centrosinistra in senso lato di presentare mai una propria candidata -non si dice vincitrice, ma solo candidata- alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, cosa invece accaduta -ed ormai è storia incancellabile!- e andata a buon fine per la prima volta al centrodestra unito.


La squadra parlamentare del Centrodestra

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