Miti e leggende dell’altopiano: il “Sanguanelo”

Ghe jera na volta… così cominciavano le vecchie storie che si raccontavano ai bambini. Storie tramandate da generazione in generazione, miti che la fantasia di noi bambini tramutavano in fantastiche avventure; storie arrivate a noi da testimonianze orali e non scritte. Erano racconti di Streghe, Orchi, Fate, ecc… a cui cercheremo di dare ad ognuno la sua storia.

La leggenda narra che durante il Concilio di Trento (1545), un grande cerchio magico venne disegnato per esorcizzare gli spiriti maligni che vennero imprigionati al suo interno. Tuttavia, alcuni spiriti riuscirono a rimanere liberi, popolando le fantasie e le paure della nostra gente.

Uno di questi è il “Sanguanelo”, un gnomo vestito di rosso, un essere fantastico che è rimasto nella tradizione di tutto l’Altopiano e non solo.

La sua caratteristica principale è quella di rapire i bambini e  adulti, sottometterli alla sua volontà e abbandonarli in mezzo al bosco facendo loro perdere la strada. Per i malcapitati l’unico sistema per ritrovare la via per casa è quello di mettere le scarpe al rovescio.

Ad Enego, il suo regno è “il bosco del Geghe”, luogo che i bambini potevano frequentare solo se accompagnati.

Sanguanelo non è propriamente malvagio, è più che altro dispettoso. Due dei suoi dispetti più noti sono: obbligare un bambino a girare intorno a un abete fino allo sfinimento ed entrare nelle stalle durante la notte per annodare le criniere e le code dei cavalli; ma sono molte altre le burle che questo essere riserva alle sue “vittime”.

Alla fine più che malefico, lo possiamo considerare un essere burlone anche se talvolta i suoi scherzi sono terribili.

 

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