Una consulta giovanile intercomunale è un passo necessario per il futuro dell’altopiano

In un tempo in cui i territori di montagna affrontano sfide sempre più complesse – dallo spopolamento alla crisi climatica, dalla mancanza di servizi alla fuga dei giovani – diventa fondamentale costruire strumenti di partecipazione che mettano al centro proprio loro: i ragazzi e le ragazze.

Perché i giovani non sono solo il futuro, sono già il presente, e ogni comunità che guarda avanti dovrebbe scommettere su di loro.

L’Altopiano dei Sette Comuni ha già conosciuto esperienze significative in questo senso: a Gallio, la Consulta Giovani è un esempio di partecipazione e progettazione dal basso, mentre ad Asiago, la nascita della nuova associazione giovanile dimostra una volontà diffusa di esserci, di contribuire, di costruire.

Questi segnali non devono restare isolati.

È proprio da qui che potrebbe partire una proposta ambiziosa ma concreta: costruire una Consulta giovanile intercomunale, che riunisca i giovani di tutti i sette comuni.

Un organismo che favorisca il dialogo tra realtà locali, promuova progetti comuni e contribuisca a rafforzare la coesione del nostro territorio.

L’idea non sarebbe nuova: era già emersa durante il secondo mandato di Andrea Gios come sindaco di Asiago. Ai tempi, l’allora consigliere comunale e assessore all’Unione Montana, Andrea Benetti, aveva immaginato una consulta sovracomunale come strumento per superare i campanilismi e favorire una visione collettiva.

Un’intuizione che oggi, a distanza di qualche anno, sembra più attuale che mai.

I giovani, infatti, guardano con naturalezza oltre i confini amministrativi. Hanno amici negli altri comuni, frequentano gli stessi spazi, partecipano agli stessi eventi. In loro è già radicata un’idea di Altopiano come territorio unico.

Questo è un capitale sociale importante, che merita di essere messo a frutto.

Una consulta intercomunale non sarebbe solo uno spazio di confronto: potrebbe diventare un laboratorio di idee, un acceleratore di progetti, un luogo dove si impara a dialogare tra realtà diverse, a pensare in grande senza dimenticare il radicamento locale.

Potrebbe favorire la nascita di iniziative condivise su temi cruciali come la cultura, la sostenibilità, il volontariato, la formazione.

E potrebbe, soprattutto, rappresentare un passo concreto verso una maggiore unità del territorio, fondata su ciò che unisce anziché su ciò che divide.

Un’opportunità unica per far crescere nuove relazioni tra i giovani dell’Altopiano, rafforzando il senso di appartenenza a un territorio che, pur nelle sue diversità, condivide storia, valori e sfide comuni.

Mettere in contatto idee e vissuti diversi significa arricchire tutti, creando una rete capace di generare coesione sociale e visione collettiva.

Le amministrazioni locali, insieme all’Unione Montana, potrebbero valutare la possibilità di accompagnare questo percorso, creando le condizioni per una partecipazione autentica, libera e propositiva.

Non si tratta di dirigere o controllare, ma di riconoscere e facilitare un processo già in atto, che nasce dal basso e ha bisogno solo di essere accolto.

Scommettere su una Consulta giovanile intercomunale, oggi, significherebbe anche lanciare un segnale: quello di un Altopiano che guarda avanti con fiducia, che sa investire nelle persone, che crede nella costruzione di una comunità più ampia e coesa.

Una comunità dove i giovani non sono spettatori, ma protagonisti consapevoli del cambiamento.

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