L’Altopiano non può più aspettare. Le Elezioni Regionali si avvicinano e il silenzio che continua ad avvolgere la questione di una candidatura locale unitaria non è solo preoccupante: è potenzialmente disastroso. Comprendiamo le dinamiche, le trattative, le cautele. Capita spesso che, nel timore di esporsi troppo presto o nel tentativo di mantenere il dialogo aperto con questo o quel partito, si temporeggi. Ma il tempo è finito. E stavolta non possiamo permetterci l’ennesima occasione sprecata.
Non possiamo permetterci candidature di bandiera lanciate all’ultimo momento, con il solo scopo di fare numero, di drenare qualche voto in più per uno schieramento piuttosto che per un altro. Candidature nate non per vincere, ma per servire interessi di partito. L’Altopiano non ha bisogno di un simbolo da mettere sulla scheda. Ha bisogno di un volto, di un progetto, di una voce forte, rappresentativa, autenticamente legata a questo territorio.
Soprattutto, non possiamo continuare a essere un bacino di voti passivo, da cui attingere a piacere ogni cinque anni. I candidati “foresti”, che si ricordano di noi solo in campagna elettorale, non servono più a nessuno. Non servono ai cittadini, non servono alle imprese del territorio, non servono alle amministrazioni comunali che si trovano senza un interlocutore diretto a Venezia.
È ora che l’Altopiano si presenti compatto, unito, con un candidato unico trasversale in grado di mettere da parte le logiche partitiche per incarnare l’interesse collettivo del territorio. Questo non significa rinunciare alla politica, ma scegliere di fare politica con dignità, con visione, con responsabilità verso la propria comunità.
Chiunque abbia davvero a cuore il futuro delle nostre montagne, delle nostre comunità, della nostra economia, lo capisce: o troviamo un rappresentante con possibilità di successo, o continueremo ad essere sfruttati come bacino di voti da chi non ci conosce, non ci ascolta, e soprattutto non ci difende.
Rilanciamo dunque con forza il nostro appello, che per primi abbiamo fatto lo scorso gennaio su queste pagine: mai come in questa occasione serve un candidato unico. Ora o mai più.
Il tempo della paura, dell’indecisione, delle trattative sotterranee è finito. Serve coraggio. Serve una decisione. Serve adesso.
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