UGC 6093: una galassia a spirale di rara bellezza e simmetria

UGC 6093 è una galassia a spirale di rara bellezza e simmetria. Quasi del 40% più estesa della nostra Via Lattea, si trova a oltre 500 milioni di anni luce di distanza. Quando la radiazione che oggi vediamo lasciava questa galassia i primi animali complessi cominciavano a colonizzare le terre emerse. Molte delle stelle più luminose non sopravvivono tanto, e quindi voi ne state vedendo i fantasmi..

I suoi bracci, ricchi di stelle azzurre neonate, gas e polveri, si avvolgono ben due volte attorno al luminoso nucleo centrale, dipanandosi dagli estremi di una luminosa barra di stelle. La struttura che vedete nel centro viene anche chiamata “phi”, perché ricorda la relativa lettera greca maiuscola: il nucleo è il cerchio centrale, la barra nucleare è il tratto verticale e le zone luminose dove la barra incontra i bracci sono le “alette” della lettera.

UGC 6093 non è solo bellissima nella sua simmetria: è anche un luogo in cui avvengono processi estremamente violenti. È infatti una cosiddetta galassia attiva, ovvero una galassia il cui buco nero centrale supermassiccio sta attivamente nutrendosi di materiale, brillando violentemente. In particolare, UGC 6093 è un cosiddetto “megamaser”: i maser sono esattamente come i laser, ma la loro luce è nelle microonde, ai nostri occhi invisibili. “Mega” perché il maser al centro di UGC 6093 è centinaia di milioni di volte più potente dei maser “classici” che osserviamo nella Via Lattea, generati solitamente da un sistema stellare binario e non da un buco nero supermassiccio!

In questa minuscola area di cielo (il diametro apparente di UGC 6093 è di appena un arcominuto) non ci sono stelle della nostra Galassia. Ogni singolo sbuffo e punto di luce che vedete è un’altra galassia, ancora più lontana della protagonista di questa immagine multibanda di Hubble.

Nel nostro orgoglio ci dimentichiamo spesso quanto incredibilmente vuoto e immenso sia l’Universo, e quanto siamo fortunati ad aver aperto gli occhi in esso. E a poterne contemplarne le meraviglie.

Lorenzo Colombo per Chi ha paura del buio?
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Credit: ESA/Hubble & NASA

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