Discariche brutta pratica: l’annoso problema dell’abbandono di rifiuti in montagna

Riceviamo e pubblichiamo una segnalazione di Claudio Barbato dell’associazione ‘Recuperanti di Montagne‘ in merito all’annoso problema dell’abbandono di rifiuti in montagna.
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Non passa settimana che durante le nostre escursioni in luoghi più o meno noti dell’altopiano dei Sette Comuni abbiamo incontri ravvicinati con una pratica decennale e consolidata cioè quella dell’abbandono dei rifiuti in montagna. Le responsabilità di tale pratica sono varie e diversificate.

Si va dal pastore errante (abbiamo ripulito dai rifiuti l’intera Val Galmarara tranne un paio di punti vicino a Bivio Italia e Galmararetta), ai malghesi, poco avezzi con il conferimento rifiuti (Malga Silvagno, Malga Quarti Verena, Malga Erio, Malga Mandrielle verso Ortigara, Malga Costalunga, Malga Foraoro, tanto per citarne alcune), e ai cittadini (vedi la bonifica a Lusiana lungo la strada del Lebene o in contrada Bosco ad Asiago dove peraltro abbiamo recuperato molti rifiuti di una attività di allevamento).

Nessun luogo piccolo o grande, nascosto o alla luce del sole è esente da questa pratica di ‘rifiuto selvaggio’. I rifiuti in altopiano si sono accumulati dalla Grande Guerra in poi, dove una gestione del territorio poco ortodossa ha generato decine di discariche più o meno autorizzate dove nessuno, sino alla loro bonifica, può sapere la pericolosità dei rifiuti stoccati.
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A Malga Portule sono stati rinvenuti alcuni pezzi di eternit nascosti tra i ‘Karren’ (campi solcati). Presso Malga Costalunga taniche di disinfettanti veterinari, Baito Busa del Molton con carcasse di animali, farmaci ecc.
Tale pratica porta solo a inquinare in maniera grave e in alcuni casi irreversibile il terreno in altopiano. Trattandosi di un massiccio carsico non ha la possibilità di potabilizzare l’acqua che passa attraverso di esso e viene restituita a valle quindi con tutti i residui che via via accumula.
Oggi, ma già negli anni ’90, esiste la possibilità di conferire i propri rifiuti nei cassonetti ed in EcoCentro (centro di raccolta). Lo può fare il cittadino, il turista ed anche il lavoratore della montagna. Pastore, malghese, boscaiolo, attività di ricezione turistica.
Abbandonare i rifiuti in ambiente è una pratica controproducente per il futuro stesso dell’altopiano.
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Come associazione di volontari poco facciamo con le nostre bonifiche se ad esse non si viene accompagnati da una cultura di conservazione del territorio.
Porto come esempio la zona di Fiara. Il 4 e 5 giugno saremo in zona come associazione per ripulire una grotta (Grotta di Fiara) da carcasse di animali, plastica, lattine, farmaci, batterie da auto. La nostra azione porterà nella migliore delle ipotesi la grotta al suo stato originale. Da un sopralluogo in zona abbiamo capito e documentato come anche nei pressi della Malga siano seppelliti moltissimi rifiuti e altri negli edifici della malga stessa. Ora se alla bonifica non segue un intervento preciso con chi in malga ci lavora, la pratica di gettare rifiuti ovunque continua. Occhio non vede cuore non duole, ma a lungo termine distrugge in poco tempo ciò che è nato faticosamente nei millenni.
Molte sono le sorgenti e le grotte in altopiano, più di 2500, alcune sono importanti sorgenti come Oliero, Elefante Bianco, Rio Torretta, Pimpa. Alcuni sistemi carsici accolgono le acque provenienti dalle decine di abissi come ad esempio Calgeron e Bigonda che da soli sviluppano un reticolo di gallerie per 40 km.
La montagna è vuota e il percorso delle acque meteoriche al suo interno è veloce. Dobbiamo quindi evitare di contaminarle qui in superficie. “
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– Claudio Barbato – 
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(Le fotografie della gallery sono state scattate a Malga Foraoro e Camporosà)
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