Sala e Bonaccini il sindaco e il presidente più apprezzati

Lo scorso anno svettavano Luca Zaia come Presidente di Regione e Luigi Brugnaro come Sindaco, nonostante questo il centrosinistra pare non stia tanto bene. Che bilancio trarre dalla ricerca “Governance Poll 2023” de “Il Sole 24Ore”?

Dopo anni crolla un primato che pareva intoccabile: non è più Luca Zaia il Presidente di Regione -impropriamente si usa dire “Governatore”- più apprezzato dalla propria gente: lo è quest’anno Stefano Bonaccini, altrettanto noto Presidente della Regione Emilia Romagna. È un dato storico, incontestabilmente: il primato di Luca Zaia durava da 12 lunghissimi anni, dal 2010, momento della sua prima elezione. Quanti Governi della Repubblica si sono susseguiti?! Ben nove!

Oggi invece, nel 2023, è Stefano Bonaccini il Presidente di Regione più apprezzato. Così come è Beppe Sala il Sindaco più apprezzato presso i propri cittadini. Questi sono i dati emersi dalla ricerca “Governance Poll 2023”: è sempre interessante osservarla ogni anno (lo abbiamo fatto già l’anno scorso su queste pagine), senza certamente prenderla “come la Bibbia”. Merita di essere presa in seria considerazione per due motivi: i rilevamenti e i sondaggi degli indici di gradimento dei politici che rivestono ruoli amministrativi e di governo locali che ogni anno l’agenzia Noto Sondaggi svolge per il Sole 24 ore hanno un alto tasso di scientificità in materia, indicando trend corrispondenti di voto al vero; sono inoltre forieri di riflessioni a tutto campo e con taglio sia locale sia nazionale.

Il risultato di Stefano Bonaccini, pari ad un robusto 69% e in crescita rispetto allo scorso anno quando con il 65% si classificò al terzo posto. Il Presidente del Veneto Luca Zaia si attesta quest’anno al 68,5%, facendolo scivolare al secondo posto quando l’anno scorso ottenne un ragguardevole 70%. Segue il Presidente del Friuli Venezia-Giulia Massimiliano Fedriga, anche lui in flessione dal 68% del 2022 al 64% di quest’anno. Il podio dei Governatori resta quindi nei suoi componenti invariato. Così come lo scorso anno è sempre il Presidente della Sardegna, Christian Solinas, a chiudere la classifica, scendendo ulteriormente nel gradimento dal 39,5% al 35%. Ai fini delle prossime riflessioni, giova segnalare che dei tre Presidenti di Regione di centrosinistra (oltre a Bonaccini, Vincenzo De Luca in Campania e Michele Emiliano in Puglia), gli altri due sono invece in caduta di consensi. E, infine, tutti e tre sono esponenti non particolarmente favorevoli alla attuale leader del Partito Democratico Elly Schlein. Fa forse più specie l’ottimo risultato di Stefano Bonaccini se si evidenzia il fattore alluvione, tragica e drammatica per il territorio come per le persone? In casi come questo, se colui che viene visto come “l’uomo che può risolvere il problema” sa agire prontamente e con decisione, riesce a far convergere su di sé un consenso quasi unanime, al di là dei propri colori politici e delle proprie simpatie personali. C’è da credere e ipotizzare con un certo fondamento che Bonaccini bisserà questo successo anche l’anno prossimo quando usciranno i dati relativi all’anno 2024.

Mettiamo assieme anche il dato relativo al Sindaco più apprezzato d’Italia: a vincere quest’anno è l’altrettanto noto, ed evidentemente davvero popolare presso la sua città, Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, con uno stimabile 65%, e possiamo dire che sia più difficile essere apprezzati come

Sindaci che come Presidenti, quando ben sappiamo che ciascuno di noi per primo bersaglio di ogni problema individua -più o meno a torto- il primo cittadino della propria città.

Messi insieme i due risultati, Bonaccini e Sala trionfatori nelle rispettive classifiche, e calati nel sistema politico italiano, ove oggi a dominare -e saldamente, anzi, perfino con una leggera risalita, al 30%- è innanzitutto il partito della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, e poi il centrodestra nella sua interezza che si attesta maggioranza assoluta in ogni sondaggio, viene da chiedersi come sia possibile che sia il Governatore sia il Sindaco più apprezzati in Italia siano esponenti, noti e di primo piano, dell’avverso centrosinistra italiano.

Si potrebbe dire che forse sarebbero loro i migliori esponenti del centrosinistra italiano oggi? Potrebbe anche darsi.

E però sia Bonaccini sia Sala incarnano una stagione ed un modo di fare politica che è riassumibile nella formula del “centrosinistra al e di governo“, ossia una situazione politica che pone il centrosinistra alla guida di un ente mantenendo uno stile di governo sereno e rasserenante, navigando in buone acque nel proprio contesto, misurando l’azione pubblica al fermento spontaneo privato dei territori, territori spesso già benestanti, vale a dire con una ricchezza già diffusa e distribuita, territori mediamente colti o dove forte è la cultura del lavoro. Anche lì le disuguaglianze non mancano -dove mai poi ciò accade?!- e però non ve ne è un segno così marcato né un solco così profondo a dividere ciò che resta di quella che una volta si sarebbe definita “lotta di classe”. Non possiamo non notare che e Bonaccini per posizione presa -ne è stato l’avversario politico interno all’ultimo congresso conclusosi a febbraio scorso- e Sala per physique du role, paiono una alternativa, credibile e seria ma di tutt’altra natura e promesse, della segreteria del loro stesso partito Elly Schlein. Seria e credibile quanto meno a casa propria, ma giova ripeterlo per evidenziarlo: alternativa di tutt’altra natura e pro(e)messe.

E così, per questa doppietta di successo, a porsi più interrogativi è ancora una volta il centrosinistra. E fa anche bene poiché salvo Beppe Sala a Milano e Antonio Decaro (Sindaco di Bari, al terzo posto), sono tanti i sindaci del centrosinistra a fare male: ben 3 su 4 hanno perso punti percentuali rispetto alle rilevazioni dello scorso anno. Mentre sia i Governatori sia i Sindaci del Centrodestra tengono botta, e nel complesso non peggiorano le proprie performance.

È quindi davvero difficilmente intellegibile il quadro che emerge per il centro sinistra, dove Elly Schlein è stata incoronata Segretaria da un vasto popolo di più di 1 milione di persone, quando a vincere nei circoli cioè presso gli iscritti e le iscritti è stato Stefano Bonaccini, quando nessun Presidente di Regione e solo 1 Federazione Regionale del Partito (la Liguria, unica Regione dove ha vinto) pare in un certo senso rispondere direttamente a Schlein.

Schlein che si trova peraltro anche a dover rispondere a non poche critiche interne. L’altro giorno è uscito un editoriale, seppur con modi sempre garbati e pienamente rispettosi, dai contenuti al vetriolo a firma Massimo Recalcati. Non uno che passa per la strada, un intellettuale del centro sinistra. Renziano, pare opportuno ricordare a postilla.

Forse il salto a quel pezzo partendo dal risultato del Governance Poll pare troppo ampio, ma così non è. Poiché appunto l’affermazione dell’ala “governista” del partito ben si contrappone, in un certo senso almeno, a quanto evidenzia Recalcati.

Bersani e Articolo Uno (partito scioltosi per confluire nuovamente nel PD, va ricordato) sono “tornati all’ovile” anche perché Schlein (o si dice Pierluigi per indicare Bersani o non si dice Elly per indicare Schlein: anche questo è maschilismo interiorizzato, spiace evidenziarlo a Recalcati) interpreta, rinnovate e rinvigorite, le istanze che loro sentono più proprie.

Quindi non c’è strabismo che paventa Recalcati. E anzi, il renzismo 2.0 alla Bonaccini ha perso, di nuovo. Non presso il partito, vero. Ma presso il popolo, quello delle primarie del 26 febbraio scorso. Anche se primeggia, evidentemente ed incontestabilmente presso il proprio di popolo.

Ed allora il quesito andrebbe posto altrove e diversamente. Si potrebbe dire che il PD è arrivato al punto che l’elite che anima il partito è “riformista” e il popolo che vorrebbe votare centrosinistra è “massimalista”. Ma si segnala che anche questa dicotomia pare reggere poco, quando è la ala additata massimalista quella pro ambientalismo forte e pro diritti, mentre quella riformista appare eccome la più conservatrice e come quella più arroccata al potere, fosse anche solo per un tratto distintivo di riflesso, e che peraltro, come visto, la premia anche, elettoralmente parlando.

Bonaccini e Sala sono il governatore e il sindaco più amati d’Italia. Bene. E però incarnano il centrosinistra di governo e governista, quello che gli elettori hanno mandato sonoramente a casa, in Italia da settembre 2022, in moltissime Regioni e Comuni italiani ormai da anni. Ecco il vero dilemma per Schlein e per l’intero centrosinistra: davvero o si è di governo o non c’è verso di ottenere risultati elettorali -non si dice entusiasmanti ma almeno- positivi, di successo?!

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