Oceani, laghi, fiumi: ecco Marte 4 miliardi di anni fa!

Abbiamo dati e soprattutto migliaia di immagini che ci testimoniano come Marte sia un luogo assolutamente desertico e inospitale. Ma sono gli stessi dati a dirci che il volto di Marte, un tempo, fosse completamente diverso e perfino un posto dove avrebbe potuto svilupparsi la vita.

Acqua, tantissima acqua, più di quella contenuta nell’oceano Artico. Custodita in laghi, fiumi, oceani. D’altronde le prove, anche visive, su Marte sono inequivocabili: enormi canyon dove una volta scorrevano lunghi fiumi, delta fluviali, crateri anticamente ricoperti di acqua salata come il cratere Gale, dove oggi bazzica il rover Curiosity. E un enorme oceano che arrivò a coprire almeno il 20% del pianeta. Tenete conto che l’oceano Atlantico ricopre circa il 17% della superficie terrestre, come termine di paragone.

L’acqua era così tanta da poter coprire l’intero pianeta con una profondità media di circa 130 metri. Tuttavia le ricerche più recenti sembrano localizzare questo enorme oceano nell’emisfero nord del pianeta con una profondità media di circa 1,6 km. Dove è finita tutta questa acqua? Una parte è ancora presente su Marte, congelata nel ghiaccio delle calotte polari. Una parte è rimasta intrappolata nelle rocce vulcaniche, residuo delle antiche eruzioni che squassavano il suolo marziano. E la grandissima parte è scomparsa, dispersa nello spazio. Marte non ha un campo magnetico e le radiazioni solari possono colpire l’atmosfera indisturbate. Quando questo vento solare colpisce l’atmosfera marziana, trasmette energia agli atomi e alle molecole atmosferiche, dando loro una velocità sufficiente per sfuggire alla gravità marziana, un terzo rispetto a quella terrestre.

Perdendo atmosfera (attualmente è così rarefatta da avere una densità pari all’1% di quella terrestre) anche l’acqua cominciò gradualmente a evaporare e scomparire, rendendo Marte il deserto che oggi conosciamo. Acqua, comunque, è sinonimo di vita: una condizione necessaria (anche se non sufficiente) per permettere alle prime reazioni chimiche di progredire e poter sviluppare forme di vita. Non sappiamo se questo sia accaduto davvero su Marte: ecco perchè il prossimo rover della NASA, Perseverance, avrà come obiettivo primario proprio quello di trovare tracce di eventuale antica vita marziana.

Matteo Miluzio per Chi ha Paura del Buio?

Credits: NASA

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