Alla scoperta del Duomo di Santa Giustina a Enego

Lo sapevate che la scritta : ” Enice te sacra praeclaris urbibus aequas aede quid ista? Tua religionis opus. Anno Domini MDCCCVIII” che si trova sulla facciata del duomo di Enego significa : ” O Enego, come mai ti poni alla pari di famose città con questo tempio, opera della tua fede? Nell’anno del Signore 1808 “ ?
Ciò viene riportato poiché nonostante le piccole dimensioni del paese, rispetto ad altre grandi città, Enego gode di uno dei duomi più maestosi di tutto l’Altopiano dei Sette Comuni.
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Il duomo sorse nel 1552 a seguito della licenza ottenuta nel 1535. Successivamente dopo l’avvenuta consacrazione la novella Chiesa venne dipinta a fresco dal pennello di Jacopo da Ponte detto il bassanese e da suo figliuolo. sappiamo che Jacopo realizzò un ciclo di affreschi sulle pareti e la volta del presbiterio, cui aggiunse più tardi ventotto storie dell’Antico Testamento sul soffitto; a Francesco spettarono altri affreschi sulle pareti della navata con dieci episodi della vita di Gesù.
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L’edificio sacro ha una storia travagliata. Già nel 1613, tuttavia, venne distrutto da un incendio; prontamente ricostruito, bruciò nuovamente nel 1762. L’attuale chiesa fu innalzata tra il 1792 e il 1807 su progetto dell’architetto Francesco Menegazzi e già prima della fine dei lavori, nel 1804, ricevette il titolo di arcipretale.
Negli ultimi decenni ha subito alcuni restauri e rinnovi; in particolare, nel 1957 fu decorata l’abside, nel 1958 fu realizzata la bussola sulla facciata e nel 1962 fu costruito il battistero e rifatto il pavimento. Anche il campanile è recente: fu realizzato tra il 1945 e il 1953.
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Credit: foto e fonti storiche sig. Tony Dimetto
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