L’altopiano protagonista in Brasile per i 150 anni dell’emigrazione veneta

C’era anche un po’ di Altopiano tra le celebrazioni dei 150 anni dell’emigrazione veneta in Brasile, tenutesi dal 5 al 9 maggio nella regione del Rio Grande do Sul

Cinque giornate dense di eventi, incontri istituzionali e momenti di festa, culminati nella Giornata dei Veneti nel Mondo a Monte Belo do Sul, dove si è rinnovato il legame profondo tra il Veneto e le sue radici d’oltreoceano.

A rappresentare l’Altopiano erano presenti Alessandro Baù Finco, Coordinatore dei Giovani per l’Assessorato ai Flussi Migratori della Regione Veneto, e Moreno Corà, attore della compagnia teatrale Febo Teatro di Padova.

Baù Finco ha preso parte ai lavori della Consulta dei Veneti nel Mondo, organismo istituzionale che coordina il dialogo con le comunità venete all’estero. Da anni impegnato anche nel direttivo dell’Associazione Vicentini nel Mondo, Alessandro ha contribuito al confronto tra istituzioni e cittadini, accompagnando la delegazione guidata dall’assessore regionale Cristiano Corazzari.

Un viaggio emozionante, che ha toccato numerose città e comunità venete brasiliane, dimostrando come, a 150 anni dalla prima grande ondata migratoria, i legami culturali siano ancora fortissimi.

Sul fronte culturale, il contributo altopianese ha brillato anche a teatro. Moreno Corà, insieme a Margherita Piccin, ha portato in scena la Commedia dell’Arte, interpretando rispettivamente Arlecchino e Colombina all’interno della Fiera Wine South America, versione brasiliana del Vinitaly creata per l’occasione, e in altri appuntamenti ufficiali.

«Questa tournée brasiliana è stata un’esperienza indimenticabile, soprattutto per l’accoglienza ricevuta. Un dettaglio dice tutto: abbiamo recitato esclusivamente in dialetto veneto!» racconta Moreno.

Un’esperienza resa possibile dal fatto che, in molte comunità del sud del Brasile, si parla ancora il Taliàn, una lingua che nasce dalla fusione dei dialetti veneti dei primi emigrati.

«Abbiamo portato il teatro popolare veneto usando la lingua che usiamo tutti i giorni. Un grazie va alla nostra compagnia e alla Regione Veneto che ci ha invitati» ha aggiunto l’attore, che già in passato ha calcato scene internazionali in Arabia Saudita, Francia e Spagna, ma sempre in inglese, a differenza di questa tournée profondamente identitaria.

Un’esperienza che ha dimostrato come anche il teatro possa diventare strumento di connessione tra generazioni e continenti, mantenendo viva una lingua e una cultura che, a migliaia di chilometri di distanza, continuano a emozionare.

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