Alla scoperta del Monte Lisser di Enego

L’origine del nome potrebbe derivare dal cimbro Luss-privo di vegetazione o dal tedesco antico, Hulz dal significato- terreno comunale diviso in lotti.
Del Lisser non abbiamo molte notizie perché oltre al valore storico inestimabile è sempre stato la metà dei cuori dei propri paesani e di chi nel passarci e nello scoprirlo lo porta con sé.
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Luogo di fatiche e lavori duri, dove le foreste di faggio raccoglievano gli sforzi dei boscaioli e nei verdi pascoli l’avvicendarsi della vita dei pastori. Dove le malghe erano casa e al difuori si lavorava la terra nei piccoli orti.
In cima al monte troviamo il suo forte, baluardo di un tempo, ora vetta di meravigliosi panorami.
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Il Forte è posizionato a 1633m, strutturato su due piani e circondato da un fossato, con la sua posizione strategica risultava perfettamente mimetizzato.
Risulta ancora oggi come uno dei meglio conservati forti dell’altopiano. Serviva per controllare la bassa Valsugana. Venne costruito tra il 1911 e il 1912. In realtà non entrò quasi mai in funzione fino al suo totale disarmo.
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Le colonne di pietra della Chiesa, ora Duomo di Enego, vennero estratte dalle cave di Lissarella, sotto il Monte Lisser, lavorate dagli scalpellini Caregnato e Peruzzo di Enego, mentre le pietre murali sono state estratte dalle cave di Via Ortigara.
Anche la gradinata antistante la Chiesa è stata edificata con i sassi bianchi estratti dal monte, portati sul posto nel periodo invernale, con slitte tirate a mano.
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Credit: foto e fonti storiche sig. Tony Dimetto
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